Le aziende della Silicon Valley – e, in generale, di tutta la contea di Santa Clara, in California – dovrebbero evitare i viaggi e ritardare o cancellare ogni raduno. Lo ha raccomandato l'amministrazione nelle ultime ore, chiedendo alle aziende tech di Cupertino, Mountain View, Palo Alto e San Jose – quindi Apple, Google, Facebook, etc – di prendere ulteriori contromisure per evitare la diffusione del virus negli Stati Uniti che negli ultimi giorni ha iniziato ad aumentare.
Le raccomandazioni coinvolgono praticamente tutte le compagnie tecnologiche degli USA, che negli ultimi giorni avevano già preso decisioni in merito a fiere ed eventi annullando la partecipazione, come nel caso del SXSW, o cancellando le proprie conferenze, come successo con il Google I/O. Le altre indicazioni delle autorità comprendono il minimizzare il numero di persone che lavorano a meno di un metro di distanza, chiedere a chi sta male di stare a casa e scaglionare l'ingresso e l'uscita dei dipendenti dal lavoro. Le persone a rischio, infine, dovrebbero stare a casa.
Le decisioni della contea rappresentano un tentativo di rallentare la diffusione del nuovo coronavirus nell'area della Silicon Valley limitando i contatti tra le persone. Molte delle aziende presenti nell'area avevano comunque già preso provvedimenti in questo senso.
- Adobe ha cancellato la possibilità di presenziare fisicamente al suo summit annuale;
- Amazon ha chiesto ai dipendenti di evitare i viaggi non essenziali e, a quelli di Seattle, di lavorare da casa;
- Apple ha limitato i viaggi in Cina, Italia e Corea e ha incoraggiato i meeting virtuali;
- Facebook ha limitato i viaggi in Cina, Italia e Corea, chiesto ai dipendenti di lavorare da casa e interrotto le visite esterne al campus;
- Google ha bloccato tutti i viaggi internazionali e ha chiesto ai dipendenti dello stato di Washington di lavorare da casa;
- LinkedIn ha bloccato tutti i viaggi non essenziali e richiesto ai dipendenti della zona di San Francisco di lavorare da casa fino alla fine di marzo;
- Microsoft ha chiesto ai dipendenti di San Francisco e Seattle di lavorare da casa e di rimandare i viaggi verso queste zone e verso i paesi colpiti dal coronavirus.