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Le auto “ci spiano”. Il Congresso degli Stati Uniti a lavoro per la privacy

I dispositivi sempre più avanzati integrati nelle autovetture di nuova generazione raccolgono un’incredibile mole di dati che, nelle mani sbagliate, potrebbero mettere a forte rischio la privacy degli automobilisti.
A cura di Dario Caliendo
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<< SAPPIAMO TUTTO >> – Ad ammetterlo è un responsabile di Ford, che nel corso di una conferenza stampa tenutasi al CES 2014 di Las Vegas, ha acceso i riflettori su un particolare che per molti è passato inosservato: le automobili stanno per diventare uno dei posti in cui potremo essere più spiati.

"Noi conosciamo chiunque ha infranto la legge, e sappiano quando qualcuno sta per farlo", ha dichiarato Jim Farley al salone delle tecnologie di Las Vegas Jim Farley – "ma non forniamo i dati a nessuno". Una dichiarazione che, riferita ai dati immagazzinati dalle case automobilistiche grazie ai GPS integrati nelle autovetture, ha suscitato un certo scalpore ed ha dato ancora più importanza alla discussione dell'argomento al Congresso degli Stati Uniti.

Secondo quanto scrive il New York Times infatti, due senatori – la democratica Amy Klobuchar ed il repubblicano John Hoeven – nei prossimi giorni presenteranno una proposta di legge il cui scopo è quello di regolamentare la gestione dei dati acquisiti e raccolti dai dispositivi integrati nelle autovetture dalle case automobilistiche. Le norme messe a punto dai due senatori dovrebbero limitare i casi in cui i dati personali raccolti possono essere utilizzati e garantire che le informazioni racchiuse nei dispositivi non possano essere utilizzate e diffuse senza il consenso degli automobilisti.  "Siamo molto preoccupati pre la privacy" afferma il Senatore Hoeven. Preoccupazioni mai più fondate, in un periodo caratterizzato dalla scoperta continua di nuove metodologie utilizzate dall'NSA per spiare i cittadini.

UN DISEGNO NECESSARIO – I GPS integrati nei computer di bordo, le telecamere per agevolare le manovre e le scatole nere (che a breve saranno obbligatorie negli Stati Uniti) sono indubbiamente strumenti utilissimi, ma raccolgono un'incredibile mole di dati relative agli spostamenti ed alle geolocalizzazioni degli automobilisti che, in mani sbagliate, ne potrebbero mettere a forte rischio la privacy.

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