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Le case intelligenti come strumento di molestie domestiche

Buona parte dei crimini avvengono tra le quattro mura domestiche, così non dovrebbe stupirci scoprire che gli abusi possono proseguire anche mediante l’uso delle nuove tecnologie, come quelle delle smart home, le quali oltre a renderci la vita più facile e sicura, potrebbero trasformarsi in complici dei molestatori.
A cura di Juanne Pili
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Non siamo mai stati meglio come nella nostra epoca, specialmente nella quiete delle nostre case. Non vi è dubbio che in futuro le smart home daranno ulteriori contributi in tal senso, ma ogni innovazione porta anche il suo rovescio della medaglia. In un articolo pubblicato sul New York Times Nellie Bowles racconta gli abusi favoriti proprio dalle nuove tecnologie “intelligenti” per la casa. Abbiamo già visto come affidare ampio spazio alla tecnologia possa generare nuovi problemi, mentre si risolvono i vecchi, come l’introduzione di intelligenze artificiali nella selezione del personale o nel controllo degli utenti nei social network.

Quando gli elettrodomestici si attivano “misteriosamente”

Nell’arco di una trentina di interviste sul Nyt è venuta a galla una nuova tipologia di abuso domestico, possibile grazie alle nuove tecnologie che dovrebbero invece aiutarci a vivere in maniera più confortevole nelle nostre case. Ci si sente invece letteralmente spiati e tenuti sotto controllo. Qualcuno si trova col codice della serratura digitale cambiato ogni giorno, mentre nei centralini americani dedicati ai casi di abuso domestico sono frequenti le testimonianze di persone angosciate dal fatto che il campanello continui a suonare, senza che ci sia qualcuno davanti all’ingresso. E poi tante altre storie riguardanti altoparlanti, termostati, luci e telecamere connesse a Internet – controllati in remoto – verosimilmente da un ex partner, tanto geloso quanto esperto di sistemi informatici. Le smart home sono già il presente, ma forse dovremmo ricordare un vecchio adagio che si insegna fin dall’inizio a chi studia programmazione: “i programmi sono stupidi”, non hanno malizia, non sanno perché certi comandi debbano funzionare in un certo modo, possono solo tradurre in output gli input che ricevono; chi sa controllare questi ultimi ha il coltello dalla parte del manico.

Conosciamo davvero i nostri elettrodomestici?

Le nuove tecnologie avanzano, ma non tutti sono al passo. Continua ad esserci una certa faciloneria nell’utilizzare il mezzo, si pensa che questo debba adattarsi a noi, ma anche da parte nostra occorre fare degli sforzi. Per le vittime e i soccorritori che trattano questo tipo di emergenze, la mancanza di conoscenza della tecnologia installata pone seri ostacoli nella gestione legale dei problemi. Tra gli strumenti “incriminati” troviamo anche due prodotti Amazon: l’altoparlante Echo e il termostato intelligente Alphabet's Nest. In generale diversi produttori affermano di non aver ricevuto segnalazioni riguardanti abusi, ricordando che i loro prodotti possono essere sempre disattivati, ​​tramite appositi pulsanti di ripristino, ed è possibile anche modificare la password del WiFi, elemento strategico per coordinare in Lan (rete locale di dispositivi) tutti gli elettrodomestici. L’altra faccia della medaglia è che rendere più semplice la gestione degli account facilita anche il lavoro di hackeraggio.

Non tutti capiscono di essere vittime di abusi

Stando a quel che riportano gli operatori che lavorano nel trattare i casi di abusi domestici, negli Stati Uniti nel 2017 si è registrato un consistente aumento dei casi di abusi collegati a dispositivi intelligenti per la casa. I legali d’altro canto lamentano l’assenza di una legislazione che copra questo genere di abusi. La questione è seria anche a livello psicologico, le vittime sentono come se stessero perdendo il controllo della casa, senza contare che non tutti si rendono subito conto di essere vittime di un controllo da parte di terzi, come testimoniano i primi a intervenire quando avvengono questi problemi: i tecnici preposti alla manutenzione di questi apparecchi. Inizialmente infatti si pensa sempre a dei meri guasti. La maggior parte delle vittime sono donne, lo si deve al fatto che generalmente sono gli uomini a installare i dispositivi. Non sempre chi decide di disinstallarli ci riesce davvero, continuando ad averli in funzione a loro insaputa, rendendo ancora più facile essere spiati.

Perché abbiamo bisogno di case intelligenti?

In futuro le case intelligenti potrebbero diventare la realtà per tutti noi, esse infatti fanno parte di un contesto più ampio, quello delle Smart city, volto a ottimizzare l’uso delle energie rinnovabili, mediante l’utilizzo di appositi browser in grado di gestire l’interazione delle varie fonti energetiche con un funzionamento interconnesso degli elettrodomestici. Questo riguarderà anche il rifornimento delle auto elettriche, anch’esse gestite sempre più dall’intelligenza artificiale, non a caso anche in questo frangente si stanno verificando nuovi problemi che sostituiscono i vecchi. Non sono il male assoluto, rispondiamo alle sfide del futuro, che riguardano soprattutto la precarietà delle fonti fossili e l’esigenza di sempre maggiore sicurezza.

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