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Luxottica e la Silicon Valley: da Zuckerberg a Google tra innovazione e flop

Quante grandi aziende italiane ci sono nella Silicon Valley? Senza contare la galassia di start-up, sono solo due: Enel e Luxottica. Quest’ultima, che ieri ha ricevuto il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, non è nuova alle collaborazioni con i colossi del tech: nel 2014 aveva già collaborato con Google per i Google Glass.
A cura di Marco Paretti
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Quante grandi aziende italiane ci sono nella Silicon Valley? Senza contare la galassia di start-up, sono solo due: Enel e Luxottica. Delle oltre 44 grandi aziende europee che hanno scelto la valle del silicio californiana per presidiare il cuore pulsante dell'innovazione mondiale, solamente queste due vengono dal nostro paese, a differenza di paesi come Germania e Francia che guidano la classifica con il 65 percento della presenza europea. Luxottica in particolare ha puntato fortemente sulla svolta tecnologica dopo che Leonardo Del Vecchio ha ripreso le redini dell'azienda nel 2015, puntando proprio sul nuovo mantra "più veloci e più digitali". Una rivoluzione – la quarta per l'azienda secondo Del Vecchio – che ha portato ad una collaborazione con la Silicon Valley e con le aziende che la popolano.

Luxottica e Google per i Glass

Una delle più famose è sicuramente quella con Google, che di fatto ha anticipato di poco l'avvio ufficiale della quarta grande rivoluzione di Luxottica. Nel 2014, infatti, il colosso italiano degli occhiali ha annunciato "una collaborazione strategica di ampia portata tra Luxottica e Google che lavoreranno insieme per creare dispositivi indossabili innovativi e iconici". In breve, Luxottica avrebbe dovuto lavorare con Big G alla nuova generazione di occhiali smart, i Google Glass, con l'obiettivo di renderli più interessanti soprattutto dal punto di vista del design, uno degli elementi che ha affossato il dispositivo di Google durante il periodo di annuncio.

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Il flop di Google Glass: "Risultati deludenti"

In realtà Google e Luxottica collaboravano già da un anno, ufficializzando però solo nel 2014 la creazione di "una squadra di esperti dedicati a design, sviluppo, strumentazione e ingegneria dei prodotti Glass" con l'obiettivo di "unire moda e lifestyle all'innovazione tecnologica". In questo Luxottica si è senza dubbio rivelato essere un partner d'eccezione, anche perché il progetto prevedeva il coinvolgimento di due marchi importanti per il gruppo come Ray-Ban e Oakley. Eppure nemmeno questo ha impedito ai Google Glass di piombare nell'oblio: l'azienda di Mountain View ha chiaramente voluto volare troppo vicino al sole e ne è rimasta estremamente scottata.

Mentre i Glass venivano pubblicizzati come prodotti apparentemente fatti e finiti con campagne pubblicitarie del tutto simili a quelle degli occhiali più blasonati, la realtà era che gli occhiali smart di google erano ancora solo un prototipo venduto per cifre esorbitanti ad alcuni early adopter. Così, anche a causa di altri problemi – di design e di privacy, per esempio -, i Google Glass sono presto diventati solo un flop. "Non hanno dato i risultati sperati soprattutto per problemi di interazione uomo-macchina. In quell'area vediamo sviluppi soprattutto di tipo professionale" aveva spiegato Francesco Milleri, vice presidente e amministratore delegato di Luxottica. E la "quarta rivoluzione" è partita con il piede sbagliato, o con il partner sbagliato. D'altronde i precedenti momenti fondamentali per l'azienda italiana hanno coinciso proprio con l'avvio di importanti collaborazioni: la licenza Armani, l’acquisizione di LensCrafters (e l'ingresso nel retail americano) e la scommessa sul brand Ray-Ban in tempi insospettabili. Con Google non è andata così bene.

Facebook e Luxottica insieme per nuovi occhiali smart?

Così Luxottica, che chiaramente voleva prendersi anche la leadership degli occhiali intelligenti, è rimasta senza smart glass. Ora, però, la rivincita potrebbe arrivare ancora una volta dalla Silicon Valley. Ma da qualche chilometro più a lato di Google. Nella giornata di ieri, infatti, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha incontrato a sorpresa Del Vecchio nella sede italiana dell'azienda ad Agordo, per poi visitare uno dei negozi dell'azienda nel centro di Milano. Una visita mai annunciata che potrebbe indicare due possibilità: da un lato una semplice visita di cortesia con il patron di una realtà comunque internazionale, dall'altro la nascita di una nuova collaborazione per la realizzazione di nuovi occhiali smart.

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Facebook sarebbe infatti da tempo al lavoro sui progetti di occhiali dotati di realtà aumentata per provare a sfondare proprio quel settore così difficile da afferrare a causa dei grandi ostacoli tecnologici e di design. Integrare in un paio di occhiali tutte le tecnologie necessarie a far funzionare un sistema che possa proiettare davanti agli occhi informazioni, scattare fotografie e registrare video è infatti un'impresa estremamente difficile. Google l'aveva fatto, ma sacrificando il look di un prodotto che sembrava uscito da un'epoca troppo distante per poter essere accolta a braccia aperte dagli utenti. In questo una partnership tra Facebook e Luxottica fin dalle fasi di prototipazione potrebbe portare alla realizzazione di un dispositivo che possa essere accolto come un normale paio di occhiali. Ma per questo bisognerà attendere ulteriori sviluppi.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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