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Mark Zuckerberg ha detto che i governi devono pensare a nuove regole per salvare il web

Secondo Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, Internet ha bisogno di nuove regole. In un suo articolo, pubblicato sul Washington Post e sull’Independent.ie, il fondatore di Facebook individua quattro aree su cui intervenire: portabilità dei dati, integrità elettorale, contenuti dannosi e privacy.
A cura di Francesco Russo
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Secondo Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, Internet ha bisogno di nuove regole. In un suo articolo, pubblicato sul Washington Post e sul'Independent.ie, il fondatore di Facebook spiega che è giunto il momento di "nuove regole per proteggere il web dai contenuti pericolosi" e che per raggiungere questo scopo serve "un ruolo più attivo da parte dei governi e degli organismi di regolamentazione", per contrastare le grandi minacce verso la società cercando, allo stesso tempo, di mantenere sempre valida la libertà di espressione. La sua nuova idea di Internet si sviluppa in quattro punti su cui intervenire, come: portabilità dei dati, integrità elettorale, contenuti dannosi e privacy.

Zuckerberg, rimasto evidentemente molto scottato dagli ultimi scandali che hanno travolto Facebook, decide di intervenire direttamente coinvolgendo i governi, con l'idea di ridisegnare le nuove regole di Internet. Nel suo articolo pubblicato su WP, di proprietà di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e su Independent.ie, Zuckerberg scrive che "le ‘Internet company' dovrebbero essere responsabili verso i contenuti dannosi", e scrive anche che ci deve essere "un approccio più standardizzato" quando si tratta di eliminare gli stessi contenuti dannosi. Zuckerberg suggerisce che le autorità di regolamentazione potrebbero stabilire norme per definire cosa costituisce un contenuto dannoso e le linee guida per rimuoverlo dalle piattaforme online.

Elezioni: controlli sugli annunci elettorali

Per ciò che riguarda le elezioni, e su questo tema Facebook ha da poco attivato le nuove regole per le prossime elezioni europee di fine maggio, Zuckerberg comunque riflette sul fatto che c'è bisogno di lavorare molto anche per stabilire quando ci si trovi di fronte ad annuncio, stabilendo quindi cosa sia una annuncio elettorale. Il fondatore di Facebook invita quindi a porre l'attenzione, nel contesto, non tanto sui singoli candidati, quanto, piuttosto, sulle singole organizzazioni che li sostengono, c'è bisogno quindi di nuove regole per rendere più trasparente questa delicata sezione.

"Un GDPR globale per proteggere la privacy"

Sulla privacy, tema molto spinoso con cui lo stesso Zuckerberg ha più volte dovuto fare i conti, il fondatore si ispira a modelli regolamentari come il GDPR, il regolamento sulla Privacy UE entrato in vigore a maggio dello scorso anno e che sta facendo proseliti proprio negli Usa. "Sarebbe positivo per Internet se più paesi adottassero una regolamentazione come il GDPR come quadro comune", scrive nel suo articolo. Mark Zuckerberg afferma anche che tali norme dovrebbero "proteggere il diritto di scegliere come vengono utilizzate le informazioni" e dovrebbero includere eventuali pene per le aziende che commettono errori.

Altro tema è la "portabilità dei dati" su cui Zuckerberg invita a creare un sistema di regole nuove che possano "garantire il principio della ‘portabilità dei dati'" permettendo agli utenti di spostare le loro informazioni da un servizio all'altro. Anche in questo caso, il fondatore di Facebook pensa che si dovrebbe realizzare uno standard comune per le aziende.

Questa riflessione di Zuckerberg arriva dopo un paio d'anni in cui Facebook ha vissuto dei veri periodi di crisi a seguito di ripetuti scandali che ne hanno minato seriamente l'immagine e la reputazione, per non parlare della privacy degli utenti più volte violata. Si tratta di una sorta di ammissione del fatto che il problema è troppo vasto perchè a risolverlo possa essere una sola azienda, ecco perchè invita i governi ad avere un ruolo attivo in questo nuovo ordine di regole che dovrebbero interessare Internet. Vedremo se queste idee avranno un seguito.

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