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Mediaset e Telecom: questo matrimonio s’ha da fare

Dopo il KO con Vivendi, il Presidente di Telecom Italia non esclude un ritorno alla vecchia suggestione con Mediaset: “Le nuove tecnologie accelerano la necessità di convergenza, e gli utenti sono sempre più esigenti”.
A cura di Dario Caliendo
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In un momento molto delicato per Telecom Italia, grande sconfitta nella trattativa con Vivendi per l'acquisizione dell'operatore brasiliano GVB, l'azienda potrebbe siglare un importante accordo commerciale con Mediaset, stipulato con lo scopo di arricchire l'offerta di contenuti video in streaming.

A confermare una voce di corridoio della quale si parla da tempo, è il Presidente Giuseppe Recchi che in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha messo bene in chiaro che uno dei pilastri portanti del futuro delle TLC, risiede nella convergenza tra le aziende di telecomunicazioni e i produttori di contenuti: una strategia importante che non esclude nulla, compreso il ritorno all'integrazione dei servizi di Mediaset.

"Se n'è parlato in passato ma il mercato non è mai stato pronto" – ha commentato Recchi – "Solo oggi con le nuove tecnologie la convergenza sta accelerando. I contenuti si fanno più sofisticati e il pubblico più esigente e questo fa sì che il mercato cambi. Non escludo nulla, ma come opportunità commerciali. L'interesse a livello di operazione sul capitale compete ai soci".

"Avevamo già avuto l'autorizzazione dal board a rilanciare ben oltre" – ha aggiunto il Presidente di Telecom Italia – "Ma come management abbiamo deciso di non farlo perché ritenevamo il nostro prezzo e la nostra struttura di offerta la migliore per essere approvata in assemblea dagli azionisti. Non c'è stato un problema di risorse della società. Semplicemente non avremmo creato valore per l'azienda andando oltre".

La vicenda con Vivendi non è chiusa

La proposta di Telecom Italia è stata di 7 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi sarebbero stati pagati in contanti e che sarebbero stati affiancati da un pacchetto di azioni del 20 percento: una proposta "molto apprezzata", che ha fatto illudere azionisti ed esperti che i giochi fossero ormai chiusi. A quanto pare però, l'offerta della TLC italiana non ha fatto altro che stuzzicare gli spagnoli di Telefonica, che hanno offerto 7,45 miliardi di euro in più rispetto a Telecom, di cui 4,66 miliardi di euro saranno pagati in contanti.

La notizia del probabile ritorno della vecchia suggestione Telecom – Mediaset dopo il KO nella trattativa con Vivendi, rende lecita l'interpretazione della novità come un tentativo per cercare di recuperare fascino agli occhi dell'azienda Francese: è altamente improbabile che Vivendi decida di rientrare in Italia, a meno che non si creino una serie di condizioni favorevoli alla creazione della convergenza tra telefonia e contenuti digitali. E per far ciò, urge un accordo con un'azienda dominante nel settore e senza vincoli pubblicistici.

Bisogna rimanere con i piedi per terra. Secondo quanto hanno dichiarato gli analisti di Kepler Cheuvreux, a quanto pare Telecom Italia sarebbe interessata esclusivamente ai contenuti Pay TV di Mediaset, che potrebbero di fatto rappresentare un valore aggiunto all'offerta di film e serie TV a pagamento già disponibili tramite Cubo Vision, una piattaforma di distribuzione indipendente che potrebbe essere di fatto sfruttata anche per integrare i nuovi contenuti di Mediaset.

Quanto al Brasile, Telecom Italia continuerà a investirvi anche con "operazioni straordinarie, ove si presentassero opportunità", ma ad oggi non c'è nulla in grado di stuzzicare l'interesse del board dell'azienda. Qualora le cose continuassero a seguire questo corso degli eventi però, per Tim Brasil la situazione potrebbe iniziare a diventare molto pesante, al punto di non riuscire più a preservare il valore di puro player mobile, con ovvie conseguenze.

Il futuro della TV è nella banda larga

Insomma, il discorso è chiaro.  Sfruttando il periodo forse più propenso alla creazione (in Italia) di alleanze di questo genere, qualora Telecom riuscisse a dare vita a un'alleanza con l'azienda fondata da Silvio Berlusconi nel dicembre del 1993, potrebbe ritornare a splendere di luce propria.

Ma ciò che serve a Telecom Italia non è solo una forte collaborazione con un'azienda dominante nel settore. L'azienda di Recchi ha tutte le carte in regola per riuscire a sfruttare un'ulteriore arma potentissima, con la quale potrebbe entrare con forza nel mondo della distribuzione dei contenuti video: quella di spingere sull'acceleratore, investire in casa e favorire una più veloce diffusione delle infrastrutture di rete e a banda larga, che poterebbe a una conseguente transizione verso la distribuzione di contenuti video e multimediali tramite la rete internet e che, con il tempo, renderà inutile – anzi, troppo costoso – l'utilizzo dei satelliti: uno scenario che a breve inizierà a prendere forma, grazie all'accordo stipulato proprio dall'azienda di Tlc con Sky Italia, che a partire dal 2015 renderà disponibile la sua intera offerta di canali TV, anche in streaming grazie a un nuovo decoder dedicato.

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