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Nei magazzini Amazon ci sarà un “armadietto della disperazione” per i dipendenti stressati

L’iniziativa prevede la presenza di cabine con schermi touch e altoparlanti nei quali i dipendenti si possono chiudere per vedere immagini e ascoltare suoni dall’effetto calmante. Il video di presentazione è stato però rimosso dai social dopo che molti utenti hanno sottolineato come i lavoratori preferirebbero semplicemente condizioni di lavoro e stipendi migliori.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Negli anni il colosso dell'ecommerce Amazon è stato a più riprese criticato dai suoi lavoratori per le condizioni alle quali questi vengono sottoposti durante i turni. Per questo motivo gli utenti dei social hanno criticato in massa l'ultima iniziativa del gruppo pubblicizzata online: una cabina per il relax dedicata ai dipendenti che hanno bisogno di prendersi una pausa lontano da tutto e da tutti. L'idea del gruppo è che lo stanzino, di dimensioni piuttosto contenute, possa essere posizionato all'interno dei magazzini e che i dipendenti vi si possano chiudere dentro per qualche minuto ascoltando suoni rilassanti e guardando video di meditazione.

La cabina per la meditazione

Lo strumento non è ancora stato impiegato ufficialmente, ma a questo punto è probabile che non lo sarà ancora a breve: Amazon ne ha pubblicato poche ore fa un video dimostrativo sui canali social, ma la reazione degli spettatori non è stata particolarmente entusiasta e ha portato alla rimozione del contenuto da parte del gruppo. Battezzate stazioni Amazen o Mindful Practice Room, queste cabine sono poco più grandi di un essere umano e all'interno contengono uno schermo touch e degli altoparlanti tramite i quali i dipendenti stressati possono recuperare un po' di pace interiore con esercizi guidati oppure suoni e immagini dall'effetto calmante.

Offrire luoghi dove i dipendenti possano riposare e ricaricare le energie è una pratica non inedita soprattutto per le grandi aziende, ma lanciata da Amazon l'iniziativa presenta aspetti paradossali: da una parte sono anni che i dipendenti del gruppo chiedono a più riprese turni meno intensi o semplicemente meno lunghi e sfiancanti dei notturni da 10 ore che alcuni lavoratori sono stati costretti ad accettare; dall'altra c'è la soluzione proposta, una manciata di minuti chiusi in una cabina con schermi che proiettano immagini di cieli tersi e altoparlanti che riproducono i suoni della natura. Tutto mentre Amazon sta rastrellando profitti senza precedenti anche a causa di una pandemia che ha messo in ginocchio le attività commerciali tradizionali.

Le critiche su Twitter

Le cabine sono una parte di una iniziativa più ampia che il gruppo vuole lanciare inizialmente negli Stati Uniti entro l'anno, ma il tweet dove sono state annunciate è diventato presto un ritrovo per i critici dell'azienda. I cinguettii rivolti all'annuncio recitano "Preferirei paghe e condizioni di lavoro umane piuttosto che questo armadietto della disperazione", "Immaginate di lavorare in un posto di lavoro dove si rende necessaria una cosa del genere" e altre critiche dello stesso tenore, mentre la stampa internazionale ha già iniziato a occuparsi dello scivolone mediatico.

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