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Nel 1976 il co-fondatore di Apple ha venduto le sue azioni per 800 dollari: oggi varrebbero 100 miliardi

Tutti si ricordano Steve Jobs e Steve Wozniak, ma in pochi ricordano che Apple è stata in realtà fondata da tre persone: oltre ai due Steve, c’era anche Ron Wayne, che ha aiutato la coppia a fondare l’azienda per poi rivendere le sue azioni – pari al 10 percento di Apple – 12 giorni dopo per 800 dollari.
A cura di Marco Paretti
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Tutti si ricordano Steve Jobs e Steve Wozniak, ma in pochi ricordano che Apple è stata in realtà fondata da tre persone: oltre ai due Steve, c'era anche Ron Wayne, che ha aiutato la coppia a fondare l'azienda per poi rivendere le sue azioni – pari al 10 percento di Apple – 12 giorni dopo per 800 dollari, circa 10.000 dollari di oggi contando l'inflazione. Di certo non si aspettava che, decenni più tardi, la realtà che aveva aiutato a fondare sarebbe diventata la prima azienda americana a raggiungere una valutazione di mille miliardi di dollari. E, di conseguenza, non poteva aspettarsi che quelle azioni vendute per meno di 1.000 dollari lo avrebbero reso miliardario.

Wayne, che al tempo aveva 41 anni, era stato assunto da Jobs e Wozniak, rispettivamente 21 e 25 anni, per occuparsi di tutta la documentazione e la burocrazia necessaria per avviare l'azienda, un campo dove i due Steve non avevano esperienza. Wayne è anche il responsabile del disegno a penna del primo logo di Apple, quello che ritraeva Isaac Newton sotto un albero di mele e che ha anticipato l'immagine ormai leggendaria della mela morsicata. Nonostante questo, dopo 12 giorni dal lancio Wayne ha deciso di vendere il suo 10 percento per 800 dollari. Oggi il valore della sua fetta sarebbe stratosferico: circa 100 miliardi di dollari.

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Ma perché il co-fondatore ha rinunciato alle sue azioni? In breve, perché non credeva nella solidità del progetto. Per poter rispettare l'accordo di fornitura firmato con il negozio The Byte Shop, Jobs aveva richiesto un prestito di 15.000 dollari. Secondo Wayne, però, il negozio non avrebbe pagato i computer costruiti da Apple e, visto lo stato economico dei due Steve, ha preferito vendere le sue azioni per evitare di doverci rimettere lui. Così il suo 10 percento è stato riacquisito da Jobs e Wozniak per 800 dollari, ai quali hanno in seguito aggiunto 1.500 dollari. Una decisione che gli ha fatto sfumare un potenziale tesoro da 100 miliardi di dollari.

Eppure Wayne non sembra avere rimorsi. "Sarei rimasto sommerso da documenti per i successivi 20 anni" ha spiegato durante un'intervista nel 2014. "Ero all'ombra dei giganti intellettuali. Avevo 40 anni e loro 20, era come tenere una tigre per la coda. Se fossi rimasto in Apple sarei diventato l'uomo più ricco del cimitero". Una scelta che anche Wozniak ha sempre sostenuto: "Non ha rimorsi perché al tempo era la scelta più logica. Anche io ho fatto scelte simili e le convinzioni di Ron non fanno altro che confermare le mie". Woz, però, mantiene tuttora un certo numero di azioni ed è ancora inserito nella lista dei dipendenti Apple, con conseguente "stipendio" la cui cifra non è mai stata rivelata.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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