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Nel Decreto Rilancio un fondo di 4 milioni per sostenere lo sviluppo di videogiochi

Con il “First Playable Fund”, un fondo di 4 milioni di euro volto a sostenere le aziende impegnate nello sviluppo dei videogiochi, anche l’Italia istituisce un aiuto per il settore dell’intrattenimento digitale come già fatto da diversi paesi europei ed extra-europei, tra cui Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Polonia e Danimarca.
A cura di Marco Paretti
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Nel Decreto Rilancio spuntano anche i videogiochi. Con il "First Playable Fund", un fondo di 4 milioni di euro volto a sostenere le aziende impegnate nello sviluppo dei videogiochi, anche l'Italia istituisce un aiuto per il settore dell'intrattenimento digitale come già fatto da diversi paesi europei ed extra-europei, tra cui Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Polonia e Danimarca. "Il videogioco è un’opera complessa, che richiede un’ampia gamma di profili professionali altamente specializzati: game designer, programmatori, artisti, designer di interfacce, grafici 3D, grafici 2D, animatori, compositori, ingegneri del suono, tester, traduttori, doppiatori, ecc" si legge nel testo del decreto.

Cosa prevede il First Playable Fund

L'obiettivo del fondo è quello di sostenere "le fasi di concezione e pre-produzione dei videogames, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili, e per un importo compreso da 10.000 euro a 200.000 euro per singolo prototipo". Le imprese possono presentare domande se soddisfano i requisiti indicati dal decreto: devono avere sede legale nello Spazio Economico Europeo; devono essere soggette a tassazione in Italia per effetto della loro residenza fiscale, ovvero per la presenza di una sede operativa in Italia, cui sia riconducibile il prototipo di cui al comma precedente; devono avere capitale sociale minimo interamente versato e un patrimonio netto non inferiori a diecimila euro, sia nel caso di imprese costituite sotto forma di società di capitale, sia nel caso di imprese individuali di produzione ovvero costituite sotto forma di società di persone; devono essere in possesso di classificazione ATECO 58.2 o 62. Infine, il videogioco deve essere destinato a una distribuzione commerciale.

Tra le spese ammissibili e che possono quindi rientrare all'interno dei contributi erogati dal Governo rientrano le prestazioni lavorative svolte dal personale dell’impresa nelle attività di realizzazione di prototipi, le prestazioni professionali commissionate a liberi professionisti e/o altre imprese finalizzate alla realizzazione di prototipi, le attrezzature tecniche (hardware) acquistate per la realizzazione dei prototipi e le licenze di software acquistate per la realizzazione dei prototipi. L’impresa beneficiaria, spiega il decreto, dovrà realizzare il prototipo entro il termine di 18 mesi dal riconoscimento dell’ammissibilità della domanda. Le modalità di presentazione delle domande, i criteri per la selezione, le spese ammissibili, le modalità di erogazione del contributo e di verifica, controllo e rendicontazione delle spese e le cause di decadenza e revoca saranno pubblicate entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto.

Fondi simili per l'industria videoludica sono presenti in vari altri paesi, con eccellenze come la Germania, dove il "Computerspieleförderung des Bundes" prevede stanziamenti pari a 50 milioni di euro. In Francia il "Fonds d'aide au jeu vidéo" prevede 4 milioni distribuiti su 40 progetti ogni anno. In Italia, invece, le aziende di sviluppo non potevano fare affidamento su strumenti simili: nel 2018, l’88 percento degli sviluppatori ha dovuto ricorrere a risorse proprie per finanziare lo sviluppo delle proprie opere.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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