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Oggi Zuckerberg davanti al congresso americano: “Ho commesso degli errori, rimedierò”

Sono circa 2.800 parole sparse su 7 pagine quelle che Mark Zuckerberg leggerà davanti al Congresso americano nella giornata di oggi. Un documento già disponibile che lascia intendere l’approccio cauto con cui il fondatore e CEO di Facebook tratterà lo scandalo di Cambridge Analytica.
A cura di Marco Paretti
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mark zuckerberg post cambridge analytica

Sono circa 2.800 parole sparse su 7 pagine quelle che Mark Zuckerberg leggerà davanti al Congresso americano nella giornata di oggi. Un documento già disponibile che lascia intendere l'approccio cauto con cui il fondatore e CEO di Facebook tratterà lo scandalo di Cambridge Analytica che lo ha portato davanti al Congresso. Niente celebrazioni, quindi, ma ancora una volta delle grandi scuse: "Ho commesso degli errori, ma rimedierò".

Zuckerberg parte proprio dalla mission di Facebook, spiegando (come aveva già fatto) che "non è sufficiente connettere le persone e dar loro voce: bisogna garantire verità e sicurezza. Facebook è un’azienda idealista e ottimista. Ci siamo sempre concentrati sul bene che le persone in grado di comunicare possono portare. Mentre Facebook è cresciuto, le persone di tutto il mondo hanno ottenuto un nuovo potente strumento per restare in contatto con chi amano, far emergere la propria voce e costruire comunità e aziende. Recentemente abbiamo visto il movimento #Metoo e la Marcia per le nostre vite, organizzata almeno in parte su Facebook". Poi un'ulteriore frecciata alle opportunità benefiche: "In seguito all’uragano Harvey, la gente ha raccolto più di 20 milioni di dollari di aiuti. E oltre 70 milioni di piccole aziende utilizzano Facebook per crescere e creare posti di lavoro".

È a questo punto, però, che nel discorso di Zuckeberg appaiono i problemi. Intoppi che, come suggerisce lo stesso Zuckerberg, nascono dal fatto di non aver "fatto abbastanza per impedire che questi strumenti vengano usati anche per il danno". E quindi le conseguenze sono state "notizie false, interferenze straniere nelle elezioni e discorsi che incitano all’odio, così come per gli sviluppatori e la privacy dei dati". "Non abbiamo avuto una visione abbastanza ampia della nostra responsabilità, e questo è stato un grosso errore" continua il documento. "È stato un mio errore, e mi dispiace. Ho aperto Facebook, lo gestisco e sono responsabile di ciò che accade qui".

La soluzione? "Dobbiamo rivedere ogni parte del nostro rapporto con le persone per assicurarci di possedere una visione sufficientemente ampia della nostra responsabilità. Non è sufficiente connettere semplicemente le persone, dobbiamo assicurarci che queste connessioni siano positive. Non basta dare alle persone solo una voce, dobbiamo assicurarci che non la usino per ferire altre persone o diffondere disinformazione". E riguardo alla privacy specifica: "Non è abbastanza dare alle persone il controllo delle loro informazioni, dobbiamo assicurarci che anche gli sviluppatori a cui è stato dato lo stiano proteggendo. In generale, abbiamo la responsabilità non solo di costruire strumenti, ma di assicurarci che tali strumenti siano utilizzati per sempre".

Il lungo documento si conclude sviscerando gli elementi che hanno consentito non solo il caso Cambridge Analytica ma anche le interferenze russe durante le elezioni. E la promessa di Facebook per il futuro: "Ci vorrà del tempo per elaborare tutti i cambiamenti che dobbiamo apportare, ma mi impegno a farlo nel modo giusto. Ciò include il miglioramento del modo in cui proteggiamo le informazioni delle persone e salvaguardiamo le elezioni in giro per il mondo".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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