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Open Fiber: 82 città aggiunte all’elenco di copertura per le connessioni in fibra FTTH

Importante ripartenza di Open Fiber, che promette di portare le connessioni in FTTH in 270 città italiane entro il prossimo 2020.
A cura di Dario Caliendo
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Duecentosettanta città italiane coperte da FTTH entro il 2022. Questi sono i nuovi programmi di Open Fiber dopo i recenti cambi al vertice della partecipata di Enel e Cassa Depositi e Prestiti e le possibili collaborazioni future con TIM e altri operatori.

Una ripartenza del proprio programma di investimenti privati che è stata messa in risalto in un nuovo elenco aggiornato delle città in cui è in corso la cablatura, nella quale sono stati aggiungi ben 82 nuovi centri in cui la fibra ottica verrà portata fino all'abitazione e potrà garantire una velocità di connessione di 1 Gbps: è una novità molto consistente, considerando che lo scorso giugno si parlava dell'avanzamento dei cantieri solo in 11 città, tra cui Napoli, Catania, Padova, Bari, Cagliari, Perugia, Venezia, Bologna, Torino e (ovviamente) Milano.

Il nuovo piano di Open Fiber è del tutto indipendente dai i bandi Infratel e la Fibra di Stato, che invece prevedono la cablatura di oltre 6700 comuni (divisi in 3000 nel primo bando e in 3700 nel secondo bando) in aree "non competitive" in cui Open Fiber si occuperà esclusivamente della cablatura delle città ma non dell'erogazione dei servizi, con una formula piuttosto utilizzata soprattutto nel settore dell'energia elettrica e della telefonia fissa, dove nel corso degli anni molti operatori si sono appoggiati alle infrastrutture di Telecom ed Enel.

Si tratta di un intervento importante, che prevede in città come Salerno un costo di 15 milioni di euro per coprire 44 mila unità immobiliari utilizzando 26mila chilometri di fibra cablata. Un investimento cospicuo, soprattutto considerando che oltre Salerno ci saranno altre 81 città da cablare, che vede Fastweb, Tiscali, Vodafone e tanti altri operatori come partner di Open Fiber in una strategia che teoricamente potrebbe ridurre sensibilmente il problema del digital-divide nel Bel Paese.

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