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Pedofilia su Instagram: la risposta del social network

Dopo il polverone alzatosi dalla scoperta di tantissimi profili di Instagram rubati ed utilizzati per la pubblicazione di materiale pedopornografico, il social network risponde ufficialmente rassicurando gli utenti e spiegando la tecnologia utilizzata.
A cura di Dario Caliendo
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Ha davvero dell'incredibile ciò è stato scoperto qualche settimana fa.  Sarebbero stati oltre 3000 i profili di Instagram, il social network principe per la condivisione di immagini e video, rubati da malintenzionati ed utilizzati per la pubblicazione di materiale pedopornografico.

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Fortunatamente il social network non è rimasto inerme e forte anche delle tantissime segnalazioni pervenute da parte degli utenti stessi, ha ormai chiuso la stragrande maggioranza dei profili incriminati ed ha inviato una risposta ufficiale, che riportiamo integralmente:

Instagram è fortemente impegnato nella prevenzione e nella rimozione di contenuti inappropriati e lavoriamo a stretto contatto le forze dell'ordine e le organizzazioni per la tutela dell'infanzia in tutto il mondo con l’obiettivo di migliorare costantemente il servizio di rilevamento e la rimozione di questo materiale. Come Facebook e altri servizi, Instagram fa leva sulla tecnologia PhotoDNA che consente di identificare e rimuovere le foto che raffigurano immagini di sfruttamento sessuale infantile. Anche gli utenti possono segnalare contenuti non appropriati attraverso gli strumenti offerti dalla piattaforma e chiederne la rimozione. Una volta ricevuta la segnalazione Instagram si attiva in modo tempestivo per bloccare gli account sulla piattaforma.

Il PhotoDNA è un algoritmo studiato da Microsoft, in grado di creare una firma univoca per ogni immagine digitale, così che questa possa essere confrontata con le altre immagini, rendendo possibile il tracciamento nel web delle copie di una foto specifica. Si tratta di una potentissima tecnologia, che mette in grado gli internet provider di trovare, segnalare ed eliminare alcune delle peggiori immagini che ritraggono violenze sui bambini.

Grazie ad un recente accordo tra Microsoft Research (che ha finanziato il progetto, nato al Dartmouth college) e la Polizia postale e delle telecomunicazioni, PhotoDNA è entrato a far parte delle "ami digitali" a disposizione delle nostre forze dell'ordine ed ha reso molto più semplice ed efficace il lavoro di chi, giorno dopo giorno, scova, oscura ed arresta i criminali, per proteggere i minori da questi orrori del web.

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