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Perché Facebook rischia una multa da 5 milioni di euro dall’Antitrust

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva chiesto più di un mese fa al social di rendere più chiaro che l’iscrizione a Facebook ha un costo occulto: la cessione dei dati personali al social, che può utilizzarli per fornire pubblicità mirate che collettivamente fruttano al social 5 miliardi di euro al mese.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Che utilizzare Facebook non sia esattamente gratis è una nozione che in molti ancora non hanno imparato. Caricare foto, rimanere in contatto con amici e conoscenti e commentare le notizie del giorno sulle bacheche altrui in effetti non ha un costo in euro, ma i dati personali che regaliamo al social e l'attenzione che gli rivolgiamo valgono letteralmente miliardi. Facebook non ha mai fatto molto per informare i suoi utenti di questo scambio e per questo ha attirato l'attenzione dell'Antitrust, che ora vuole multare il gruppo con una sanzione da 5 milioni di euro. La notizia è di queste ore e riguarda l'avvio di un procedimento di inottemperanza nei confronti del social, per non essersi attenuto a quanto prescrittogli proprio dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato ormai più di un mese fa.

"Facebook non è gratis"

Secondo l'Antitrust, in fase di iscrizione Facebook dovrebbe innanzitutto informare gli utenti che registrarsi con un proprio profilo significa iniziare a inviare al social dati potenzialmente sensibili, che verranno utilizzati per ricevere pubblicità mirate e così facendo arricchire la società. Si tratta insomma di uno scambio economico al quale attualmente non viene dato alcun rilievo.

Inoltre Facebook utilizza metodi definiti "aggressivi" per tentare di convincere i suoi utenti a fornire alla piattaforma un quantitativo ancora maggiore di informazioni, e per il Garante dovrebbe smettere di farlo. Il riferimento qui è a pratiche come impostazioni predefinite sulla cessione dei propri dati anche al di fuori di Facebook, modificabili solo addentrandosi tra le i menù dell'app o del sito web, e dopo aver superato schermate di avvertimento.

Cosa succederà ora

L'importo della multa era già stato fissato a fine novembre a un totale di 10 milioni di euro, ma a Facebook erano stati concessi 90 giorni per rimediare alla situazione. Successivamente il Tar del lazio ha ritenuto inconsistenti le richieste avanzate sul secondo punto contestato al social, dimezzando la sanzione. Ora l'Antitrust, ha deciso di avviare il procedimento di inottemperanza per quel che riguarda il primo punto: "Nonostante l’avvenuta rimozione del claim è gratis e lo sarà per sempre dalla home page — specifica il Garante — il consumatore che si voglia registrare al social network tuttavia continua a non essere informato dalla società, con chiarezza e immediatezza, quanto alla raccolta ed all’utilizzo dei propri dati con finalità remunerative. Risulta, inoltre, che Facebook non abbia pubblicato la dichiarazione rettificativa".

Su Facebook pende dunque una multa da 5 milioni di euro, che però il social non avrà eventualmente problemi a pagare; solo nell'ultimo trimestre il gruppo ha infatti guadagnato più di 15 miliardi di euro dagli inserzionisti pubblicitari. La società dovrebbe inoltre provvedere a rendere finalmente più chiara la relazione economica che intercorre tra l'iscrizione al social degli utenti e la cessione dei dati che ne consegue, ma con un deterrente così poco incisivo messo in campo dalle autorità nostrane non è detto che esaudirà la richiesta.

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