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Perché il Garante Privacy ha aperto un’indagine su TikTok

Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un procedimento su TikTok, contestando al social network la scarsa trasparenza, una carente attenzione alla tutela dei più piccoli e delle regole facilmente aggirabili in merito alla presenza dei minori sulla piattaforma.
A cura di Marco Paretti
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Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un procedimento su TikTok, contestando al social network la scarsa trasparenza, una carente attenzione alla tutela dei più piccoli e delle regole facilmente aggirabili in merito alla presenza dei minori sulla piattaforma. L'app più utilizzata dai giovanissimi (e ormai anche da tutte le altre fasce d'età) finisce così nel mirino del Garante nonostante la piattaforma sia già al centro di un procedimento del Comitato delle Autorità europee che ha come obiettivo quello di capire se TikTok stia effettivamente proteggendo i dati dei minori.

Secondo una prima fase dell'indagine, il social network non avrebbe messo in campo degli strumenti di protezione conformi per quanto riguarda la protezione dei dati personali, in particolare in relazione ai minorenni. Il Garante, per esempio, segnala che il limite di età richiesto per l'iscrizione a TikTok (13 anni) è facilmente aggirabile dai minorenni, che possono in questo modo iscriversi anche se sono più giovani. Una pratica purtroppo diffusa e che si scontra peraltro con le leggi italiane, che richiedono il consenso dei genitori per l'iscrizione ai social network di un minore di 14 anni.

L'informativa del social, continua il Garante, è inoltre molto generica e non si focalizza sui più giovani: servirebbe, sempre secondo l'Autorità, una variante più comprensibile che i minori possano comprendere più facilmente, data la loro presenza massiccia sulla piattaforma. Gli elementi critici sono però molti: i tempi di conservazione dei dati sembrano essere indefiniti, così come non sono trasparenti le politiche di trasferimento dei dati nei paesi extra UE né le pratiche di anonimizzazione dei dati. Infine c'è un problema già noto: TikTok imposta i nuovi profili come pubblici, una scelta in contrasto con la normativa che impone modalità che forniscano strumenti per scegliere se rendere o meno disponibili i dati personali ad altre persone. Ora TikTok ha 30 giorni per rispondere con le sue memorie difensive.

"La massima priorità per TikTok è quella di garantire la sicurezza e la privacy dei propri utenti, in particolare di quelli più giovani. Di recente abbiamo ricevuto una comunicazione da parte del Garante per la protezione dei dati personali: stiamo ancora ultimando la verifica delle conclusioni dell'autorità e continuiamo a collaborare con il Garante per fornire informazioni" ha spiegato un portavoce di TikTok. "Tuttavia non concordiamo con una serie di aspetti della loro analisi e sulle conclusioni che sono state delineate. Dal momento che la nostra valutazione è ancora in corso, in questo momento non ci è possibile fornire ulteriori commenti"

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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