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Perché la multa a Facebook è insignificante (e ha fatto aumentare il valore dell’azienda)

Gli Stati Uniti hanno impiegato mesi a pianificare quella che sarebbe dovuta essere – e nella teoria è tuttora – la punizione per la lunga lista di scandali relativi alla privacy che hanno colpito Facebook, ma la multa comminata al gigante statunitense si è rivelata essere così debole da avere persino un effetto positivo: il valore delle azioni di Facebook si è impennato.
A cura di Marco Paretti
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Gli Stati Uniti hanno impiegato mesi a pianificare quella che sarebbe dovuta essere – e nella teoria è tuttora – la punizione per la lunga lista di scandali relativi alla privacy che hanno colpito Facebook nel corso degli ultimi anni, ma la multa comminata al gigante statunitense si è rivelata essere così debole da avere persino un effetto positivo: il valore delle azioni di Facebook si è impennato subito dopo l'annuncio della multa di 5 miliardi di dollari. In poche parole, la punizione della Federal Trade Commission ha avuto l'assurdo effetto di aumentare il patrimonio personale di Mark Zuckerberg.

Se da un lato 5 miliardi di dollari rappresentano una cifra enorme, infatti, dall'altro vanno contestualizzati all'interno dell'operatività di Facebook. È vero che si tratta della multa più alta mai comminata dalla FTC – in precedenza il record era di 22 milioni di dollari contro Google nel 2012 – ma lo è altrettanto il fatto che per Facebook si tratti solamente di un piccolo graffietto: il gigante tecnologico ha raccolto 15 miliardi di dollari di ricavi solamente nell'ultimo trimestre, mentre lo scorso anno ha generato profitti per 22 miliardi di dollari. In breve, la multa della FTC ha scalfito un mese di ricavi di Facebook.

Ma non solo, perché Facebook ha fatto un lavoro talmente di fino ad anticipare agli investitori questa multa che l'arrivo effettivo della punizione non ha minimamente scalfito l'azienda in borsa. Ma, anzi, l'ha fatta crescere. Elemento che ovviamente ha accresciuto anche il patrimonio personale di Mark Zuckerberg, che dopo la multa di 5 miliardi di dollari vale di più. Una situazione assurda se si pensa a ciò di cui Facebook si è reso protagonista, cioè una continua violazione della privacy – e della legge – su scala globale, ripetuta così tante volte da aver ormai fatto perdere il senso di ciò che sta accadendo sui social network. E il risultato di questo è una multa paragonabile ad uno schiaffetto sulle mani.

La verità, come ha sottolineato la giornalista Kara Swisher di Recode, è che per rendere la multa realmente significativa bisognerebbe aggiungere uno zero. A quel punto la punizione diventerebbe realmente tale: una multa in grado di portare conseguenze negative volte a punire un comportamento malevolo. Invece la FTC ha approvato solamente la multa di 5 miliardi e una serie di accordi che Facebook dovrà sottoscrivere: l'azienda dovrà esplicitare come pensa di utilizzare i dati prima di lanciare nuovi prodotti e i manager dovranno promettere che l'azienda sta proteggendo la privacy degli iscritti. Nessuno di questi accordi, però, vieterà a Facebook di continuare a raccogliere e condividere i dati e di certo non influenzerà il business pubblicitario del social network. Insomma, non cambierà nulla.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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