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Perché metà dei gadget presentati da Google non arriverà in Italia

Nella giornata di martedì Google ha lanciato due telefoni molto interessanti, ma i veri prodotti inediti presentati dalla casa di Mountain View nel corso del suo evento non vedranno la luce in Italia, almeno per il momento. Si tratta dello smart display Home Hub e del tablet convertibile Pixel Slate.
A cura di Redazione Tech
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Nel corso della giornata di martedì Google ha presentato al mondo tutti i dispositivi ai quali ha lavorato nel corso degli ultimi mesi. Il centro del palcoscenico se lo sono giustamente preso gli smartphone Pixel 3 e Pixel 3 XL che vedranno la luce anche in Italia, ma in realtà l'altra metà dei prodotti annunciati nelle scorse ore — lo smart display Home Hub e il tablet Pixel Slate — almeno per il momento non arriverà da noi. È un peccato perché si tratta di dispositivi decisamente interessanti, ma probabilmente i tempi non sono ancora maturi per la loro espansione globale.

Google Home Hub funziona come un mix tra un tablet, uno speaker intelligente e una cornice digitale per fotografie. Basato su un display da 7 pollici e su un sistema operativo creato appositamente da Google, si controlla con il touchscreen o con la voce ed è animato dall'Assistente Google. Può visualizzare in modo intuitivo risposte e contenuti relativi alle richieste fattegli, come una panoramica sul programma della giornata, il meteo per i prossimi giorni, gli appuntamenti in calendario, le schede sui locali migliori delle zone richieste e le informazioni sul traffico per le destinazioni impostate. Non solo: ricette, video da YouTube, e un'interfaccia di controllo su tutti gli accessori di domotica della casa sono immediatamente accessibili, insieme a tutte le app che gli sviluppatori di terze parti vorranno creare per il dispositivo (la piattaforma è simile a quella messa a disposizione per Google Home, con l'aggiunta di un'interfaccia a schede semplice da programmare).

Pixel Slate è forse ancora più intrigante, perché non è un semplice tablet da 12,3 pollici convertibile, ma il primo tentativo di Google di realizzare una tavoletta basata sul sistema operativo Chrome OS — a differenza del Pixel C del 2015 che era basato su Android. La scelta del software, che da anni ormai popola i laptop di Google e di altri produttori, mette il dispositivo da subito al servizio della produttività, mentre l'aggiunta del supporto allo schermo touch lo rende utilizzabile anche da chi preferisce sfruttarlo come tablet. In effetti Slate è venduto come una semplice tavoletta e la tastiera che fa anche da cover è opzionale, ma l'accessorio, che permette di reclinare lo schermo a diverse angolazioni, è essenziale per tirare fuori il meglio dal dispositivo. Mosso da processori tipicamente destinati al mondo pc (si va dal meno potente Intel Celeron a quelli della gamma Core) mantiene comunque a disposizione tutte le app del mondo Android, che sullo schermo si possono ridimensionare come finestre. Così configurato e dotato di un display di alta qualità e doppi altoparlanti frontali, il dispositivo sembra guardare direttamente in faccia il Surface Go di Microsoft e l'iPad Pro di Apple.

Evidentemente sia Home Hub che Pixel Slate sono prodotti pensati per il mercato statunitense, almeno in una prima fase. Lo smart display, prima di risultare appetibile per il nostro pubblico, dovrà offrire esperienze accattivanti anche in lingua italiana (i contenuti in inglese come siti di ricette, videotutorial di qualità e app di terze parti sono già numerosi, mentre negli altri paesi occorrerà tempo per svilupparli, come avvenuto del resto con Google Home); il tablet 2 in 1 invece da noi avrebbe vita difficile proprio per via di Chrome OS, un sistema operativo che al di fuori di settori specifici come quello dell'istruzione non ha mai veramente decollato e che fuori dal suo terreno di scontro potrebbe penalizzare la vendita del gadget. Non tutto dunque è perduto per chi spera di vedere i due dispositivi anche in Italia: da una parte in effetti è vero che Google non ha fatto annunci in merito, ma dall'altra è da sempre la strategia del gruppo quella di far crescere i propri gadget in patria per poi lanciarli a livello globale. Del resto perfino i primi smartphone Pixel da noi non sono ufficialmente mai arrivati.

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