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Covid 19

Perché non devi pubblicare la foto del Green Pass sui social

Se avete ottenuto il vostro Green Pass, resistete alla tentazione di pubblicare la foto del QR code sui social: come spiega il Garante Privacy, il documento contiene un grande numero di informazioni personali che possono essere utilizzate da malintenzionati per compiere atti illeciti.
A cura di Marco Paretti
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In questi giorni molti cittadini italiani stanno ricevendo l'SMS che gli comunica la disponibilità del Green Pass, la certificazione con cui è possibile viaggiare e partecipare ad eventi e che è legata alla vaccinazione, a un tampone negativo o alla guarigione dalla Covid-19. Una volta scaricato (si può fare dall'app IO, dall'app Immuni o dal sito web del Governo), il Green Pass si presenta come un semplice documento capeggiato da un grande QR code che potrà essere letto da appositi strumenti, per esempio in aeroporto. Se lo avete ottenuto, però, fate attenzione a non pubblicarlo sui social. Vi spieghiamo perché.

Partiamo da una considerazione: il Green Pass comprende un grande numero di dati e se da un lato è vero che scansionare il QR code non è semplice come scansionare il codice associato al menu di un ristorante, dall'altro è altrettanto vero che questo documento contiene un grande numero di informazioni personali. Ci sono nome e cognome, la tipologia di vaccino fatto, le date delle somministrazioni, il risultato dei tamponi e altri dati strettamente personali che solamente controlli autorizzati (come quelli, appunto, agli aeroporti) ed effettuati tramite l'apposita app governativa possono svelare.

Pubblicare la foto del certificato sui social può quindi portare alla diffusione di informazioni personali che malintenzionati potrebbero in seguito utilizzare per mettere a punto attacchi "personalizzati", oppure per procedere a rubare l'identità per compiere altri illeciti. O ancora, potrebbe facilitare la circolazione di falsi QR code che minerebbero la campagna del Green Pass. Ad affermarlo è anche il Garante Privacy, che in un video pubblicarlo su YouTube ha spiegato come quel certificato sia "una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo ma leggibili da chiunque avesse voglia di farci i fatti nostri". Il QR code deve essere esibito esclusivamente alle forze dell'ordine e a chi è autorizzato dalla legge a chiedercelo per l'esercizio delle attività per le quali la legge ne prevede l'esibizione e deve essere letto esclusivamente attraverso l'app del Governo.

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Come funziona l'app di controllo VerificaC19

L'unica app autorizzata per la lettura del QR code del Green Pass si chiama VerificaC19 ed è in dotazione a tutte quelle figure che per legge possono richiedere l'esibizione della certificazione. È stata sviluppata dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19. Il funzionamento dell'app è molto semplice: una volta scansionato un Green Pass, sullo schermo apparirà una spunta verde (se il certificato è valido) accompagnata da nome, cognome e data di nascita del cittadino oppure una croce rossa (se il certificato è scaduto o non valido) accompagnata dagli stessi dati personali. La verifica avviene in modalità offline e l'app non registra i dati dei cittadini né li comunica all'esterno.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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