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Robo Brain, il cervello elettronico che studia gli umani e insegna ai robot

Nato dalla collaborazione tra le più importanti Università statunitensi, il cervello elettronico è in grado di analizzare i dati del web, comprendere il mondo degli esseri umani e insegnarlo ai robot del futuro. Ma la domanda sorge spontanea: saremo dei bravi maestri?
A cura di Dario Caliendo
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Si chiama Robo Brain, ma è già stato soprannominato da tutti come "il Google dei robot". Si tratta di un vero e proprio raccoglitore di informazioni, in grado di scaricare e analizzare dal web una enorme quantità di informazioni e dati e tradurli in un linguaggio accessibile ai robot, in modo da rendergli possibile l'autoapprendimento e imparare a conoscere il mondo degli esseri umani.

"I nostri computer e i telefonini hanno accesso a tutte le informazioni che vogliamo." – osserva Ashutosh Saxena, il coordinatore del progetto – "Allo stesso modo, se in futuro un robot si imbatterà in una situazione che non conosce potrà chiedere aiuto a Robo Brain".

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Nato da una collaborazione tra le Università di Stanford, Berkeley, Brown e Cornell – che ne è la coordinatrice – la grande mente elettronica nasce con uno scopo tanto importante quanto complesso, e ad oggi ha già analizzato un miliardo di immagini, 120.000 video di YouTube e 100 milioni di manuali, con i quali sta creando nel tempo un enorme database di dati, che si trasformeranno in un vastissimo contenuto di conoscenze alle quali potranno attingere i robot del futuro, per convivere con gli esseri umani nella maniera più naturale possibile, sia nelle case che negli uffici e nelle fabbriche.

A partire dalle cose più semplici, fino alla comprensione delle buone maniere, i robot del futuro diventeranno parte integrante della vita di tutti i giorni e riusciranno ad esempio a distinguere gli oggetti e gli utilizzi che ne derivano: se un robot vede una tazza, accedendo ai dati di Robo Brain riuscirà a capire che si tratta di un contenitore nel quale va versato un liquido, che può essere afferrato e trasportato con l'apertura verso l'alto, in modo da non farne cadere il contenuto.

Il tutto grazie a una struttura a grappolo basata sul modello di Markov, con la quale sarà possibile collegare in una rete logica tutta una serie di informazioni collegate tra loro. Insomma, è solo l'inizio ma Skynet è sempre più vicina.

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