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Senza caricatore e cuffie nella scatola Apple salva più i profitti che il pianeta

Nelle confezioni dei prossimi iPhone 12 non ci saranno né il caricatore con la presa a muro né gli auricolari con il filo. Una scelta che ha come obiettivo quello di ridurre l’impatto ambientale di ogni singolo iPhone, ma che ha generato una situazione molto complessa.
A cura di Marco Paretti
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Nelle confezioni dei prossimi iPhone 12 (in tutta la gamma composta da quattro smartphone) non ci saranno né il caricatore con la presa a muro né gli auricolari con il filo. Per questo le confezioni saranno più piccole e consentiranno di risparmiare su spedizioni e produzione, oltre che su materiali utilizzati per realizzare accessori e confezioni. Un approccio che l'azienda ha presentato giustamente come ecologico: meno caricatori e auricolari spediti ai consumatori significano meno inquinamento dovuto alla produzione degli stessi, meno materiali utilizzati per realizzare le scatole e meno rifiuti che potenzialmente si riversano nell'ambiente a causa del sovraffollamento di elementi come, appunto, caricatori e cuffie. Ma anche, è impossibile negarlo, meno costi per l'azienda.

Prima di tutto bisogna valutare l'effettivo impatto sull'ambiente di questa scelta. Come sottolineato nell'analisi di Dday.it, nel suo report ambientale Apple spiega che la differenza tra l'iPhone 11 dotato di accessori e l'iPhone 12 "liscio" è pari a 2 Kg di CO2e. La confezione dotata di cuffie e auricolari porta l'impatto complessivo di un singolo iPhone a 72 Kg CO2e, mentre i nuovi iPhone 12 si assestano su 70 Kg CO2e. Suddividendo questi dati in produzione, trasporto e altro, però, si scopre che la sola produzione del nuovo iPhone 12 è di base più impattante, con circa 1,22 Kg CO2e in più per singolo dispositivo rispetto all'iPhone 11. Un elemento che potrebbe dipendere da molti fattori, dal nuovo vetro Ceramic Shield al chip 5G, passando per il MagSafe e il chip a 5 nanometri.

C'è però un altro elemento che complica la situazione, cioè proprio lo stesso caricatore. All'interno della confezione dei nuovi iPhone troviamo solamente un cavo che da USB di tipo C porta al connettore lightning, un cavo che chiaramente va associato quindi a uno dei nuovi adattatori Apple dotati di presa USB di tipo C. Questi, oltre a ricaricare più rapidamente l'iPhone, sono anche più efficienti e, quindi, meno dannosi sul lungo termine per l'ambiente: ricaricare il telefono per 3/4 anni con il vecchio caricatore da 5 watt (efficienza del 73%) genera 12,24 Kg di CO2e, mentre farlo con il nuovo caricatore (efficienza 87%) genera 9,8 Kg di CO2e. Un dato comunque compreso nella sopracitata differenza di impatto tra la versione senza accessori e quella con.

Se però dal punto di vista ambientale la differenza è minima, da quello economico potrebbe non essere lo stesso. Con l'annuncio di nuove funzioni e nuovi elementi hardware, 5G in primis, Apple ha di certo aumentato il costo di produzione dei nuovi iPhone. Secondo l'azienda di analisi Zino, solamente i componenti relativi alla connessione dati costano il 30/35 percento in più rispetto al passato. Un aumento dei costi che l'azienda deve tamponare in altre aree, come per esempio quella degli accessori: eliminarli aumenta i profitti lordi per singolo dispositivo solo dell'1 percento, ma è comunque qualcosa. Chiaramente una situazione dove i benefici per l'ambiente vanno a braccetto con quelli dell'azienda è ottimale, ma in questo caso vale solamente se le persone decidono di non acquistare questi accessori separatamente.

Se gli utenti decidono di acquistare, per esempio, gli AirPods per il loro nuovo iPhone, Apple vince ma il pianeta un po' meno. Se l'azienda venderà un numero di iPhone paragonabile a quello venduto nel 2018, 217 milioni di unità, e il 5 percento di queste persone deciderà di acquistare anche degli AirPods, l'azienda raccoglierà altri 700 milioni di dollari di profitti. Ma allo stesso tempo si genererà un ulteriore impatto sull'ambiente causato dalla produzione e spedizione di questi elementi. Insomma, la situazione è molto complessa e questo, che di certo è uno degli annunci più in vista sull'ambiente dato l'impatto reale che ha sui consumatori, è anche quello più timido da parte di Apple, un'azienda che nella lotta all'impatto ambientale ha sempre spinto molto, arrivando ad annunciato l'annullamento delle emissioni entro il 2030.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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