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Steve Jobs, oggi il fondatore di Apple avrebbe compiuto 60 anni

Oggi Steve Jobs avrebbe compiuto 60 anni. Imprenditore, innovatore, inventore, creativo e, soprattutto, un grande visionario. Nacque il 24 febbraio del 1955 a San Francisco, si diplomò e frequentò solo un semestre universitario. Non c’era tempo da perdere. Doveva cambiare il mondo.
A cura di Marco Paretti
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steve jobs 60 anni

Oggi Steve Jobs avrebbe compiuto 60 anni. Imprenditore, innovatore, inventore, creativo e, soprattutto, un grande visionario. Nasceva il 24 febbraio del 1955 a San Francisco, figlio di madre svizzera e padre siriano ma adottato subito dopo la nascita da Paul e Clara Jobs, con i quali trascorse l'infanzia in California. Diplomato all'istituto Homestead di Cupertino, frequentò un solo semestre al Reed College di Portland. Non c'era tempo da perdere. Doveva cambiare il mondo.

steve jobs 60 anni

Guardandosi in giro oggi, il giorno del suo 60esimo compleanno non festeggiato a causa del cancro che se l'è portato via, è impossibile non pensare: come sarebbe il mondo se non ci fosse stato Jobs? A partire da elementi basilari come i computer che attualmente utilizziamo, le cui interfacce sono "figlie" di quelle del suo primo Apple Lisa. Ma anche il mouse, una periferica in cui non aveva creduto nessuno, tranne lui. Il 2015 non sarebbe quello che è ora – con buona pace di chi l'invasione tecnologia ancora non la sopporta – senza smartphone e tablet, due settori forse non inventati da Apple, ma sicuramente fatti esplodere con iPhone e iPad. Innovazione, inventiva e anche un po' di sconsideratezza. E qualche fallimento. "Siate affamati, siate folli" ripeteva davanti ad un rapito pubblico alla Stanford University. Un modo di pensare riassunto perfettamente dal testo del leggendario spot legato allo slogan Think Different degli anni '90, narrato in Italia dalla voce di Dario Fo:

Questo film lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l'unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l'umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.

steve jobs 60 anni

E pensare che è nato tutto in un garage. Era il 1976 e Jobs e Wozniak, amico e co-fondatore di Apple, dovettero vendere rispettivamente il pulmino Volkswagen e la calcolatrice per potersi autofinanziare. Si chiusero nel garage della famiglia di Jobs dove diedero vita all'Apple I, subito venduto all'Homebrew Computer Club. Un anno dopo arrivò l'Apple II, con vendite da un milione di dollari. Nel 1980 Apple sbarca in borsa: in pochi giorni la valutazione dell'azienda tocca i 256 milioni di dollari. È l'inizio di una vera e propria strada dorata che la porterà ad essere la prima azienda americana a superare i 700 miliardi di dollari di capitalizzazione. E lo fa a ridosso del lancio di un'altra invenzione che, probabilmente, si rivelerà un ulteriore enorme successo: Apple Watch. Ma questa è un'altra storia, un altro CEO.

La svolta arriva nel 1983, quando Jobs punta tutto sull'interfaccia grafica e un nuovo metodo di controllo snobbato dal resto del settore: il mouse. Una mossa vincente, ma che non salvò l'azienda dal naufragio. Nel 1985 le vendite raggiunsero solo un decimo di quanto sperato, elemento che creò attriti tra Jobs e l'allora CEO John Sculley. A settembre il fondatore comunicò le dimissioni al consiglio di amministrazione e ripartì da capo. Fondò la NeXT Computer, acquisì la Pixar e produsse computer altamente tecnologici, ma minati da un problema economico: costavano troppo. Lo studio di animazione, invece, riuscì ad imporsi nel settore cinematografico con film del calibro di Toy Story e A Bug's Life, due pellicole dal successo mondiale enorme. Nel frattempo Apple non navigava certo in acque tranquille; i Mac non erano più competitivi e l'azienda continuava a non ingranare sotto il profilo delle vendite. Tornò da Jobs, che acconsentì a riprendere le redini solo se Apple avesse acquisito la NeXT. Lo fece e il sistema operativo NeXTSTEP divenne la base per quello che oggi è il Mac OS X. Jobs fece inoltre piazza pulita all'interno dell'azienda: via i prodotti fallimentari e caratterizzati da scarse vendite, bisognava tornare ad innovare. Arrivò l'iMac, poi Mac OS X e il primo Apple Store. La rivoluzione arriva nel 2001 con l'annuncio dell'iPod e iTunes, due prodotti che modificarono pesantemente l'industria musicale.

steve jobs 60 anni

Dieci anni dopo l'iPod è il lettore musicale più venduto del mondo e iTunes il negozio digitale più utilizzato con circa 10 miliardi di brani venduti. Nel 2007 è tempo di innovare ancora. Arriva l'iPhone, un prodotto che rivoluzionò le nostre vite di tutti i giorni, dando il via all'epoca della connessione costante e onnipresente, ma anche della maggiore libertà di gestione dei propri impegni. Pochi anni dopo, nel 2010, Jobs presenta l'iPad. Un altro successo in grado di creare dal nulla un intero mercato oggi ricchissimo, quello dei tablet. Con Jobs alla guida l'azienda riparte e diventa una vera e propria corazzata del settore tecnologico: arrivano i Macbook gli iMac, gli schermi retina e tutte le varianti di iPod, dal Touch al Nano. Apple diviene un marchio conosciuto in tutto il mondo e Jobs una vera e propria icona.

Steve Jobs scopre di essere malato nel 2003: una rara forma di tumore maligno al pancreas, meno grave della forma comune ma che gli fece sviluppare il diabete di tipo uno. Fu sottoposto a diversi interventi chirurgici, ma più il tempo passava e meno l'imprenditore si vedeva sul palco dei leggendari keynote della mela. Comparve in occasione della presentazione della seconda generazione di iPad, poi dovette dimettersi dal suo ruolo di CEO. Tim Cook prese il suo posto. Morì il 5 ottobre 2011 a 56 anni nella sua casa di Palo Alto. Una perdita che scosse profondamente tutto il settore e cominciò a far dubitare per il futuro dell'azienda. Oggi, grazie soprattutto alle solide fondamenta create da Jobs, Apple è in piena salute e continua a proporre prodotti innovativi. Anche se qualcuno si chiede: "Jobs avrebbe fatto così?". Impossibile rispondere, certo è che negli ultimi anni l'azienda ha inevitabilmente perso un po' della sua verve innovatrice di un tempo, che però potrebbe tornare in forze con l'Apple Watch: pur non essendo il primo smartwatch in commercio, con molta probabilità trainerà le vendite dell'intero settore. Sarebbe stato il regalo perfetto per i 60 anni di Jobs. Auguri Steve.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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