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Tra App rimosse e guide ufficiali, Apple e Google spiegano i sì e i no in App Store e Play Store

Il colosso di Cupertino tramite una patina nel suo sito ufficiale mette in evidenza le principali motivazioni per le quali le app vengono rifiutate. Quelli di Mountain View invece, fanno molto discutere per l’eliminazione di una delle poche app nel Play Store a offrire un servizio agli utenti.
A cura di Dario Caliendo
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Nel 14 percento dei casi è la mancanza di informazioni a far stabilire lo stop alla pubblicazione di un'applicazione da parte del team di revisione dell'App Store di Cupertino. Nell'8 percento dei no invece, sono presenti dei bug, mentre nel 6 percento dei casi le motivazioni che spingono Apple a rifiutare un'app o un gioco sono dovute al mancato rispetto dell'accordo di licenza del programma di sviluppo oppure al mancato rispetto di un determinato livello di qualità nello sviluppo dell'interfaccia utente.

Il colosso di Cupertino ha deciso così di far luce su parte del misterioso processo di approvazione delle applicazioni nel suo App Store, molto probabilmente per metterne in chiaro – una volta per tutte – i requisiti, soprattutto in previsione del rilascio al pubblico di iOS 8, la nuova versione del suo sistema per dispositivi mobili che, seppure non introdurrà alcuna novità grafica rilevante, in realtà a livello di sviluppo rappresenta una svolta importantissima per l'ecosistema dell'azienda capitanata da Tim Cook.

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Nel 5 percento dei casi inoltre, a far determinare il rifiuto sono le immagini, gli screenshot, le icone o i nomi non rilevanti con l'oggetto stesso dell'applicazione o del gioco, mentre un numero pari software per iOS è stato respinto perché conteneva "contenuti fraudolenti o ingannevoli". Una pratica molto in voga tra gli hacker e i malintenzionati che, soprattutto in Android, sono ormai soliti sviluppare una serie di applicazioni nelle quali viene puntualmente nascosto un virus o un malware.

E proprio per quanto riguarda il colosso di Mountain View, ha recentemente fatto molto discutere la scelta di Google di rimuovere dal proprio Play Store un'applicazione chiamata "Disconnect Mobile", tuttora ancora disponibile per iOS nell'App Store e che è stata sviluppata con lo scopo di bloccare tutte le applicazioni installate nel dispositivo, dal raccogliere i dati personali dell'utente: un vero e proprio successone, che in soli cinque giorni ha superato i cinquemila download.

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Dopo le tante critiche, sovente è arrivata la risposta di Google, che ha accusato l'app di interferire con le altre applicazioni e di fatto di non aver rispettato la licenza d'uso ufficiale di Big G. Una motivazione che, seppur lecita e attuata più volte anche per le applicazioni sviluppate per bloccare le pubblicità su smartphone e tablet, in questo caso specifico è apparsa eccessiva, soprattutto considerando che "Disconnect Mobile" è forse una delle poche applicazioni sviluppate per i sistemi operativi di Google e Apple, a fornire realmente un servizio utile e importante agli utenti.

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