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Uber ha perso 5 miliardi di dollari in un trimestre (e non è la parte peggiore)

Il secondo trimestre di Uber porta con sé notizie non esattamente positive per il colosso delle corse tramite app. L’azienda americana ha presentato perdite per 5,2 miliardi di dollari nel corso degli ultimi tre mesi, una cifra enorme che pone Uber in una posizione difficile rispetto ai concorrenti come Lyft.
A cura di Marco Paretti
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Il secondo trimestre di Uber porta con sé notizie non esattamente positive per il colosso delle corse tramite app. L'azienda americana ha presentato perdite per 5,2 miliardi di dollari nel corso degli ultimi tre mesi, una cifra enorme che pone Uber in una posizione difficile rispetto ai concorrenti come Lyft, che nell'ultimo trimestre ha presentato perdite pari a 644 milioni di dollari. Alte anche in questo caso, ma di certo non miliardarie. Le cifre vengono attutite da ammortizzazioni e compensazioni in azioni per i dipendenti, ma anche in questo caso le perdite al netto di queste spese sono pari a 1,3 miliardi di dollari per Uber e 197 milioni di dollari per Lyft.

L'annuncio dei risultati ha portato ad un ribasso in borsa del titolo con picchi verso il basso del 12 percento in seguito alla chiusura di Wall Street. Le perdite erano comunque state previste dagli analisti proprio in virtù dell'ingresso dell'azienda in borsa con l'IPO dello scorso maggio. Anche il fatturato ha deluso le aspettative, con 3,17 miliardi di dollari di ricavi pari al 14 percento di crescita, mentre nel primo trimestre dell'anno il tasso di crescita si era assestato sul 20 percento. Salgono però gli utenti del 30 percento: oggi sono 99 milioni gli utilizzatori di Uber in tutto il mondo.

Uber, Lyft e il problema del traffico

Ciò che grava sui conti dell'azienda sono però gli investimenti, soprattutto quelli legati all'attirare nuovi clienti.: nel corso dell'ultimo anno le spese si sono raddoppiate raggiungendo gli 8,65 miliardi di dollari. Il CEO Dara Khosrowshahi resta comunque positiva, spiegando di voler investire anche nei settori in cui Uber ha iniziato a lavorare ormai da tempo, come quello della consegna di cibo, delle bici e dei monopattini elettrici. C'è però chi critica questa continua spinta di Uber sottolineando come l'aumento del suo business porterà ad una crescita delle vetture presenti nelle strade delle nostre città e, di conseguenza, all'aumento dell'inquinamento.

Secondo uno studio, se Uber e Lyft dovessero sparire da un giorno all'altro il traffico diminuirebbe del 7 percento a Washington e del 13 percento a San Francisco. D'altronde sono proprio queste due aziende ad aver pubblicato un rapporto dove ammettono di aver contribuito ad aumentare il traffico nelle strade in cui operano. Il problema, secondo i più critici, è che il discorso legato al traffico e all'inquinamento non interessa agli investitori – e infatti non è stato citato durante l'annuncio dei risultati trimestrali – né sta frenando i piani di espansione di queste aziende. Con buona pace delle città e di chi le vive.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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