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Uno scanner del viso valuterà la durata media di vita

Sviluppato da un team di ricercatori dell’Università dell’Illinois, questa nuova tecnologia si basa sulle tecniche di riconoscimento facciale da tempo utilizzate per i criminali ricercati e promette di riuscire a valutare la longevità di vita delle persone in base all’analisi del volto.
A cura di Dario Caliendo
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Non si basa su semplici domande come quelle applicazioni tanto in voga negli anni '90, ma utilizza un sofisticato sistema biometrico di riconoscimento facciale che, analizzando le macchie sul volto, il colorito della pelle e le rughe, sarà in grado di valutare quanto vivrà la persona inquadrata in una fotografia digitale.

Basato sulle stesse tecniche di riconoscimento facciale utilizzate ormai da tempo per la ricerca automatica degli identikit dei criminali ricercati, la nuova tecnologia messa a punto da un gruppo di ricerca dell'Università dell'Illinois (Chicago) renderebbe possibile lo sviluppo di un software in grado di analizzare una persona fotografata e valutarne la prospettiva di vita in base all'invecchiamento del volto.

Il tutto grazie a un complesso algoritmo che esegue una scansione approfondita del viso dell'inquadrato, suddividendolo in sei aree ed evidenziando ogni fattore di invecchiamento. Valutato il volto, l'algoritmo unirà i dati ottenuti al sesso dell'inquadrato, alla razza, al livello di istruzione e se il soggetto è un fumatore o meno. Analizzati questi fattori, l'applicazione elaborerà una propria ipotesi di quanto sarà lunga la vita della persona fotografata.

Nonostante la tecnologia sia ancora in fase sperimentale, l'idea e i risultati ottenuti dal team capitanato da Jay Olshansky è già riuscita a catturare l'attenzione di diverse compagnie assicurative che, unendo la semplicità d'uso e le potenzialità di questo nuovo strumento di analisi, potrebbero avere un vantaggio non indifferente nel settore delle polizze vita, soprattuto per determinare la consistenza dei premi assicurativi.

"Adesso il nostro sistema è in grado di dire quanti anni reali si dimostrano, a prescindere dall'età biologica, e spesso sentenzia uno scarto anche di 10 anni in più dall'età biologica, ma l'obiettivo futuro è svelare la longevità" – spiega al Washington Post il ricercatore dell'Università statunitense – "Sappiamo che alcune persone tendono a invecchiare più rapidamente di altre e sappiamo anche che i figli di persone con una senescenza più lenta tendono a vivere più a lungo rispetto ad altre". 

"Il viso rispecchia le cattive abitudini che influenzano lo stato di salute delle presone, come il fumo di sigaretta che incide sulle rughe della bocca, il consumo di alcol che altera la pelle del naso, l'esposizione al sole che stimola la formazione di macchie e rughe fitte, così come lo stress", precisa Olshansky.

Da anni ormai i dermatologi di tutto il mondo utilizzano dei sitemi digitali in grado di analizzare l'età della cute, ma da qui a riuscire a valutare la durata della vita di ogni paziente la strada è ancora lunghissima. Basta pensare ai volti di contadini o muratori che, sempre esposti alle intemperie meteorologiche, tendono a invecchiare più velocemente.

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