Verybello, il disastro da 35 mila euro, continua a far parlare di sé. Il portale dedicato agli eventi culturali di Expo ha iniziato male la sua esistenza e la sta proseguendo ancora peggio. L'ultimo scandalo arriva delle condizioni generali pubblicate all'interno del sito, dalle quali si evince che Lola et Labora – la società incaricata della creazione del portale – e il Mibact stesso si siano presi decisamente troppe libertà in materia di diritto d'autore.
C'era già chi, su internet, si chiedeva da dove arrivassero tutte le foto a corredo dei vari eventi presenti sul sito. A nessun elemento grafico, infatti, corrisponde attualmente l'indicazione di un fotografo o di un creativo responsabile della sua realizzazione.
La situazione è diventata paradossale quando, leggendo i sopracitati termini generali, si è scoperto che "le immagini pubblicate, nel rispetto dei diritti degli autori dei contenuti raffigurati, sono considerate di pubblico dominio salvo diversa indicazione espressa e provengono in gran parte da Internet o comunque da fonte liberamente accessibile".
Secondo il ministro Franceschini, quindi, la legge sul diritto d'autore non si applica sul web? Siamo tutti liberi di prendere immagini, illustrazioni e contenuti senza rendere conto a nessuno, men che meno i rispettivi autori? Stando ai termini pubblicati su Verybello – che, ricordiamo, è un sito di proprietà del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – è proprio così.
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E se qualcuno ha da ridire? Nessun problema, basta aggiungere due righe nei termini generali: "Gli interessati o gli aventi diritto possono comunicare le loro osservazioni in merito alla pubblicazione delle immagini scrivendo a infoverybello@beniculturali.it, che valuterà le richieste e l’opportunità di rimuovere le immagini pubblicate nel pieno rispetto delle normative vigenti".
Insomma, il Mibact le immagini le rimuove, ma solo se qualcuno si lamenta. Altrimenti poco importa. È inconcepibile che degli orrori giuridici del genere campeggino in bella vista sul sito di un ministero, in uno scandalo che ricorda troppo da vicino lo scivolone del Corriere della Sera in merito alle vignette degli illustratori in sostegno a Charlie Hebdo.
Da quando il diritto d'autore è diventato carta straccia? E da quando è il Mibact stesso – organo che dovrebbe difenderlo a spada tratta – a lavarsene completamente le mani? Verybello non solo è un sito disastroso sotto più punti di vista, ma ora è diventato anche un portale pirata composto da una moltitudine di contenuti di cui il ministero non possiede i diritti.
Paradossalmente, però, i termini generali ci tengono a ricordare che “il sito www.verybello.it e con esso tutti i suoi contenuti, anche parziali, sono tutelati a norma del diritto italiano ed in particolare dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modifiche, concernente la protezione del diritto d’autore e dei diritti connessi”. Perché rubare agli altri va bene, ma guai a toccare le cose del governo.