WhatsApp vs Telegram: così sta cambiando il mondo della messaggistica istantanea
Sono stati giorni intensi e di cambiamento per le applicazioni di messaggistica istantanea. Dal 18 gennaio WhatsApp ha abbandonato il suo vecchio metodo di guadagno, abolendo la quota di iscrizione di 89 centesimi annuali e diventando così completamente gratuito come già lo è da sempre il suo “rivale” Telegram.
L'applicazione dall'icona verde, ricordiamo, è stata acquistata da Mark Zuckerberg – fondatore e CEO di Facebook – nel febbraio del 2014 per 19 miliardi di dollari. È invece notizia di questo mese, diffusa anche via twitter dal co-fondatore Koum, che WhatsApp ha raggiunto il miliardo di utenti.
La scelta di rimuovere l'abbonamento annuale è stata presa nell'ottica di permettere una maggiore possibilità di fruizione del servizio in paesi in cui il pagamento online o tramite carta di credito risulta più complicato. Allo stesso tempo, l'azienda ha dichiarato di non avere intenzione di introdurre sponsor o pubblicità di alcun tipo all'interno dell'applicazione, rassicurando gli utenti che temevano di trovarsi sommersi da spam, ma sollevando dubbi sulle nuove modalità di guadagno e su come eventualmente potrebbero cambiare le funzionalità delle applicazioni di questo tipo. Come dichiarato in un comunicato, WhatsApp ha intenzione di sperimentare servizi per connettere gli utenti ad aziende, servizi e attività commerciali, diventando un portale per accedere all'assistenza tecnica, ad informazioni su un determinato treno o aereo o alla possibilità di acquisti via app.
Un simile metodo di guadagno non è una novità ed è già stato messo in pratica da altre applicazioni, come Localiving, che mentre da un lato permette agli utenti di ottenere informazioni, prenotare e acquistare prodotti da aziende, dall'altro, tramite “Localiving Business”, si rivolge ad esercenti e professionisti offrendo un servizio per raggiungere più clienti possibili; gratuitamente con un limitato numero di funzioni o attivando la sottoscrizione completa a pagamento. Farsi pagare per maggiore visibilità è quello che Facebook fa già con alcuni servizi rivolti alle pagine, pur accostando a questo sistema le sponsorizzazioni personalizzate che ben conosciamo e che avvengono grazie all'analisi dei dati personali. Se WhatsApp imboccherà effettivamente questa nuova strada del marketing, presto potremmo utilizzarlo per ricevere notifiche dalla banca, informazioni sugli orari dalle compagnie aeree, etc.
Sicurezza e messaggi cifrati
Quella di rendersi gratuito non è l'unica scelta ad aver avvicinato le caratteristiche di WhatsApp a quelle di Telegram. È notizia degli ultimi giorni che WhatsApp abbia finalmente adottato nelle sue ultime versioni beta (non definitive) la crittografia end-to-end per garantire una cifratura completa di messaggi e chiamate. Una tale tecnologia era in fase di sviluppo su WhatsApp da tempo, mentre era già utilizzata nelle chat segrete offerte dall'app rivale, Telegram, capace di assicurare un grado di privacy talmente elevato da aver sollevato recentemente alcune polemiche.
Alcune autorità, infatti, tra cui quelle britanniche e statunitensi, si sono spinte a dichiarare che lo sviluppo di applicazioni di messagistica crittata potrebbe minare le capacità di monitorare attività criminali e terroristiche.
Fu lo stesso Cameron, un anno fa, a sostenere che gli attacchi alla sede di Charlie Hebdo di Parigi dimostravano la necessità di trasparenza delle comunicazioni. Vale la pena sottolineare che, una volta adottato il sistema di crittografia in fase di sviluppo, nemmeno le forze dell'ordine sarebbero in grado di decifrare i messaggi crittati di WhatsApp, rendendo l'applicazione, come dichiarato dallo stesso Koum, “il più grande servizio di comunicazione mondiale completamente privato”.
Una simile tecnologia è il frutto di una collaborazione tra WhatsApp e Open Whisper System, un'organizzazione no-profit di software libero produttrice di TextSecure, un servizio che associa una chiave crittografica ad ogni dispositivo. Ciò che rende estremamente forte il metodo crittografico utilizzato è che la chiave è univoca per ogni dispositivo che utilizza WhatsApp. Mentre fino a poco tempo fa WhatsApp conservava una copia delle chiavi sui propri server e aveva quindi la possibilità di leggere i messaggi, la crittografia end-to-end impone di salvare le chiavi per la decodifica esclusivamente sul dispositivo del cliente, impedendo la lettura del messaggio anche alla stessa azienda.
Se tutte queste modifiche prenderanno forma nelle versioni stabili, il mondo delle app di messaggistica istantanea potrebbe subire sostanziali modifiche nei prossimi mesi, anche accentuando probabilmente il dibattito riguardo la comunicazione criptata. Per stare al passo con i tempi, anche Telegram ha recentemente introdotto novità, come l' aumento del massimo numero di partecipanti ad un gruppo (ora arrivato a 1000), la possibilità di usare GIF animate e sticker anche nelle chat private e un semplice editor di immagini per modificare le foto prima di inviarle. A differenza di WhatsApp, Telegram è un servizio erogato senza fini di lucro. Per chi si fosse chiesto le modalità di guadagno, la risposta la troviamo direttamente nelle F.A.Q. ufficiali del sito:
Come fa Telegram a guadagnare?
Noi speriamo in un servizio di messaggistica veloce e sicuro che sia allo stesso tempo gratis al 100%
Le compagnie commerciali richiedono spesso soldi per le loro azioni. Ecco perchè Telegram è un progetto non commerciale. Telegram non è pensato per riscuotere guadagno, non può essere venduto e non riceve investimenti esterni. Pavel Durov, che ha condiviso il nostro progetto, ha supportato Telegram con una generosa donazione, quindi per ora abbiamo tutti i soldi che ci servono. Se Telegram andasse fuori budget chiederemmo ai nostri utenti di donare liberamente una somma di denaro per poter continuare. Ma l'obbietivo di Telegram non sarà mai quello di generare profitto.
Gli obbiettivi dei due progetti sembrano dunque molto diversi e la promessa di gratuità Telegram l'ha finora mantenuta, tanto da sollevare sospetti, ad alcuni, che l'app possa guadagnare anche tramite la vendita di informazioni personali a scopi di marketing. Tuttavia ciò è impossibile per via delle politiche di privacy che offre Telegram grazie alla crittografia end-to-end.
Una maggiore offerta di privacy nella comunicazione, infatti, rappresenta per un'applicazione di instant messaging anche un vincolo alla fruizione e quindi alla vendita di informazioni sensibili, costringendone l'economia a riassestarsi su altri modelli, come quelli previsti in futuro da WhatsApp.