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La Lega propone una SOPA all’italiana

Mentre negli Usa il nuovo progetto di legge sulla pirateria informatica viene scaricato dai suoi stessi sostenitori e trova l’opposizione di utenti, big della rete e persino di Obama, in Italia l’On. Fava propone una versione simile della stessa legge per il nostro paese.
A cura di Angelo Marra
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La Lega propone una SOPA all'italiana

Dalla Seconda Guerra Mondiale gli Stati Uniti rappresentano un modello al quale il nostro paese si è più volte ispirato come simbolo di libertà e progresso. Naturalmente questa affezione non si basa certo su un onesto spirito filo-americanista ma si piega in maniera altalenante agli interessi dei singoli governanti, convinti che il “si fa anche in America” possa essere lo zucchero con il quale far ingerire qualsiasi pillola al popolo italico.

Ovviamente l'adesione al modello a stelle e strisce non è totale, ma si plasma strumentalmente alle finalità del politico di turno; va bene aderire a dottrine folli e criminali come “esportare la democrazia” o “guerra preventiva” quando bisogna compiacere agli alleati, all'industria bellica e a quella che si occupa della ricostruzione nelle zone precedentemente bombardate.

In casi invece come l'evasione fiscale o il falso in bilancio, dove negli Usa si viene incarcerati per qualche decina di anni mentre da noi è possibile cavarsela con una multa e un seggio in Parlamento, allora è evidente la “distanza” tra la nostra realtà e quella d'oltre oceano ed è ovviamente sbagliato voler applicare le medesime regole in “due contesti così differenti”.

Insomma, per farla breve, siamo in grado di copiare dall'american way of life solo gli aspetti più nocivi, illiberali, antidemocratici ed anacronistici, ignorando del tutto le conquiste civili e sociali di quel paese. Altre volte ci ispiriamo sì agli Stati Uniti, ma su pratiche che gli stessi americani hanno valutato, analizzato e poi bocciato clamorosamente; basti pensare al nucleare, cavallo di battaglia del Governo Berlusconi che più volte ha detto di rifarsi alla politica americana, ignorando (o fingendo di ignorare) che dall'altra parte del pianeta cittadini ed istituzioni hanno già da tempo bocciato l'idea, sia per una questione ambientale che per un più volgare conteggio di costi e ricavi.

Ma il made in Usa sembra continuare ad esercitare un certo fascino tra i politici italiani, che continuano a propinarlo a noi poveri cittadini senza tener conto che anche in America certe idee sono state cassate in maniera bipartisan (da popolo ed istituzioni stesse).

L'ultimo esempio è davvero emblematico; mentre a Washington il Congresso degli Stati Uniti ha rinviato a tempo indeterminato la discussione sul SOPA, il disegno di legge sulla pirateria informatica, dopo le furibonde proteste di mezzo pianeta, la Lega contemporaneamente prova a far passare una legge molto simile nel nostro paese.

Il cuore del SOPA (Stop Online Piracy Act), nonché la parte che più ha scatenato le ire di big del calibro di Google, Wikipedia e tanti altri è la responsabilità di ISP e provider rispetto ai contenuti ospitati illegalmente. Secondo questo disegno di legge, se ad esempio carichiamo su YouTube un video dove balliamo al ritmo di una canzone famosa, non solo violiamo i diritti dell'autore o di chiunque possegga i copyright del brano, ma anche YouTube diventa “complice” di questo reato e il cantante o la casa discografica che si sente “danneggiata” può addirittura richiedere il totale oscuramento preventivo del portale.

Ovviamente l'esempio vale per qualsiasi piattaforma di ogni tipo, compreso Google, Facebook ecc. a cui viene chiesto di monitorare ed intervenire immediatamente in caso di illecito o supposto tale. In pratica si chiede ad esempio a Facebook di monitorare i circa 60 miliardi di post pubblicati ogni giorno alla ricerca di eventuali violazioni anche microscopiche, pena la chiusura del sito. Manca solo la pace nel mondo e la fine di tutte le malattie e diventa il discorso perfetto di una reginetta di bellezza appena eletta.

Negli Usa la proposta di legge è stata avanzata nella perplessità di molti, tra chi ne vedeva l'impossibile applicazione pratica e chi ne criticava l'aspetto liberticida. A chiudere definitivamente la discussione sull'argomento (almeno per il momento) ci ha pensato poi uno sciopero generale che ha coinvolto i grandi della rete e migliaia di utenti e che ha causato il ritiro della proposta. In breve, gli Usa hanno bocciato sonoramente il SOPA.

Ecco però che l'italica prona adesione al dettame americano (anche se quest'ultimo viene cestinato dagli americani stessi) torna a galla e dopo il secco no degli Usa alla SOPA in Italia la Lega presenta un disegno di legge molto simile da rifilare al popolo italiano.

L'attuale legge non punisce gli ISP se questi dimostrano di aver fatto il possibile per rilevare eventuali illeciti tra i contenuti ospitati o se, dinnanzi ad una segnalazione, intervengono prontamente a rimuovere il materiale illegale. Si tratta di una scelta di buon senso, alla luce dell'impossibilità per i provider di controllare la quantità infinita di contenuti che passano sui loro server, scaricando come è giusto la responsabilità solo sugli utenti che decidono consapevolmente di violare la legge.

Gli emendamenti voluti dall'On. Fava (Lega Nord) introducono alcune novità riguardo la legge vigente; gli ISP saranno obbligati a rimuovere i contenuti anche davanti alla richiesta di un soggetto qualsiasi che si senta danneggiato, non più solo sotto richiesta della magistratura. Inoltre i provider saranno tenuti ad adottare un “dovere di diligenza che è ragionevole attendersi da esso”, un concetto talmente tanto vago e suscettibile ad interpretazione che è probabile che non sia chiaro nemmeno allo stesso Fava.

Un emendamento che all'apparenza non avrebbe alcuna possibilità di passare se non fosse che ha già ottenuto il via libera della Commissione Politiche Comunitarie, forte di un buco legislativo in materia che in qualche modo andrebbe comunque colmato.

L'augurio è che si tratti dell'ennesima sortita choc da parte della Lega, un partito abituato a cavalcare l'onda della popolarità di determinate tematiche per sfornare leggi inutili o peggio ancora dannose (dalle ronde padane alla Bossi-Fini) solo al fine di guadagnarci di immagine davanti ai suoi elettori. In caso contrario siamo certi che provider, ISP e semplici utenti italiani saranno in prima fila per combattere l'ennesimo bavaglio della rete.

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