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5 differenze tra Apple Music e Spotify

Il servizio di streaming musicale di Apple è finalmente arrivato. Ora la domanda è: riuscirà a competere con il rivale Spotify, ormai affermato da tempo? La risposta dipenderà da diversi fattori, soprattutto da quelli che differenziano i due servizi e li rendono – seppur in maniera lieve – unici. Ecco le differenze più importanti.
A cura di Marco Paretti
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Il servizio di streaming musicale di Apple è finalmente arrivato. Apple Music, presentato nel corso dell'ultimo keynote della mela, è disponibile da oggi per tutti gli utenti iPhone, iPad, Mac, PC e Android: basta aver installato iTunes o accedere all'applicazione Musica presente sui dispositivi mobile. Come ha spiegato Jimmy Iovine, Apple Music può essere definito in tre modi: un servizio di streaming musicale, una radio e una piattaforma in grado di connettere gli artisti con i fan. La vera domanda, però, è un'alta: riuscirà a competere con il rivale Spotify, ormai affermato da tempo? La risposta dipenderà da diversi fattori, soprattutto da quelli che differenziano i due servizi e li rendono – seppur in maniera lieve – unici. Ecco le differenze più importanti.

1. Prezzo

Inizialmente l'azienda di Cupertino ha messo a disposizione degli utenti tre mesi di prova gratuiti, scaduti i quali sarà necessario pagare l'abbonamento da 9,99 euro al mese per poter continuare ad usufruire del vasto catalogo musicale. Sarà disponibile anche un abbonamento famiglia – il cui costo ammonta a 14,99 euro al mese – con il quale fino a sei dispositivi potranno ascoltare gratuitamente la musica di iTunes. Dall'altra parte della barricata Spotify presenta attualmente un unico piano da 9,99 euro al mese, ma ha già intenzione di introdurre una soluzione dedicata alla famiglia e di ampliare il proprio periodo di prova dai 30 giorni attuali ai 60. Da questo punto di vista, quindi, la differenza è davvero poca. Ciò che potrebbe portare gli utenti ad utilizzare la soluzione della mela, però, è il fatto di aver già associato i dettagli della propria carta di credito con il proprio account iTunes. Sono 800 milioni gli utenti che l'hanno fatto, un bacino ben più grande dei 20 milioni di utenti paganti di Spotify.

2. Catalogo

In entrambi i casi si parla di un catalogo musicale di circa 30 milioni di canzoni. Le differenze, anche in questo caso, sono poche ma sostanziali. Una su tutte, le esclusive. Che Spotify non si sia fatto amare dagli artisti è ormai un elemento appurato: per riportare l'esempio più eclatante, lo scorso anno Taylor Swift ha rimosso tutta la sua discografia dal servizio di streaming. Ed è proprio l'artista statunitense a rappresentare una delle grandi conquiste di Apple Music: a partire da oggi la musica della Swift sarà disponibile in streaming sul portale della mela. Allo stesso modo l'azienda di Cupertino si è assicurata l'esclusività con Pharrell William, che oggi pubblicherà il video del suo nuovo singolo Freedom proprio su Apple Music. Insomma, un elemento non di poco conto, che potrebbe muovere le masse di fan degli artisti da Spotify ad Apple Music.

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3. Social

Può esistere, nel 2015, un servizio online senza componenti social? Ovviamente no. Ecco perché Spotify ha da subito associato il suo servizio ad una piattaforma attraverso la quale condividere la propria passione musicale con gli amici. È possibile inviare messaggi, guardare gli album ascoltati dai nostri contatti e seguire utenti e playlist interessanti. Apple Music, anche in questo caso, punta ai grandi nomi: si chiama Connect ed è una sorta di social network riservato agli artisti, i quali potranno condividere testi, foto del backstage, video o presentare il loro ultimo brano ai fan. I seguaci avranno la possibilità di commentare e mettere un Like ai contenuti pubblicati dall’artista e condividerli sui social network. Insomma, una versione ridotta di Ping, il social network fallimentare di Apple. Che però, almeno secondo le premesse, non dovrebbe essere così fallimentare. Sono due approcci interessanti, forse non in grado di spostare milioni di utenti da un servizio all'altro ma comunque notevoli; in particolare quello di Apple Music, che, a differenza di Spotify, promette di mettere in contatto diretto gli artisti con i fan.

4. Radio

Una delle caratteristiche fondamentali di Spotify è la forte presenza di playlist personalizzate e contestualizzate: vi serve una colonna sonora per il viaggio in macchina, l'aperitivo o la sessione d'allenamento? Spotify ve ne mette a disposizione centinaia in costante aggiornamento. Inoltre, il servizio ha di recente introdotto la funzionalità Running: si tratta di una modalità che ci propone una selezione di canzoni basata sul ritmo della nostra corsa. Per quanto riguarda la Radio, in Spotify è possibile selezionare un genere – o una canzone – dal quale partire per generare una stazione radio personalizzata. Apple Music, però, punta a proporre una funzionalità ben più avanzata: una vera e propria radio, Beats 1, che trasmetterà 24 ore su 24 per tutta la settimana. Sarà accessibile direttamente dal proprio dispositivo mobile e si avvarrà della partecipazione di DJ in diretta da Los Angeles, New York e Londra. A questo, ovviamente, si aggiungono le funzionalità già proposte dalla radio di Spotify.

5. Diffusione

Ad oggi Spotify conta 75 milioni di utenti attivi, 20 milioni dei quali abbonati al servizio Premium e, di conseguenza, paganti. La crescita del servizio è stata enorme: solo un anno fa gli abbonati erano 10 milioni e gli utenti totali 40 milioni, rispettivamente il servizio ha quindi beneficiato di un incremento del 100% e dell'87%. Insomma, che Spotify stia andando bene sotto questo punto di vista – nonostante fatichi a generare profitti – è innegabile. D'altra parte, però, Apple si prepara a sbarcare col botto nel settore dello streaming musicale. A partire dalle 17 di oggi, infatti, Apple Music sarà disponibile in maniera automatica – e obbligatoria – su centinaia di milioni di dispositivi della mela, con peraltro l'enorme bacino di 800 milioni di utenti che hanno già inserito i dettagli della propria carta di credito nell'account iTunes. Il potenziale è quindi enorme, soprattutto perché con i tre mesi di prova gratuiti Apple potrebbe riuscire a convincere molti utenti a passare dal servizio della concorrenza a quello della mela, mettendo in crisi la già esile situazione finanziaria di Spotify.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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