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Agenda Digitale, anche l’AgCom scrive a Monti

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha scritto al Presidente del Consiglio Monti per invitare il governo a munire il nostro paese di un piano strategico per banda larga e per sconfiggere il digital divide, sia quello interno alla penisola che nei confronti dei partner stranieri.
A cura di Angelo Marra
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Meglio tardi che mai, finalmente anche l'AgCom si è unita al coro di quanti chiedono con urgenza un'Agenda Digitale per l'Italia. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli inviti all'esecutivo, con particolare riferimento al Ministero per le Infrastrutture guidato da Corrado Passera, da parte di associazioni, privati, startup e semplici utenti, insomma chiunque sia coinvolto nella vita digitale del nostro paese.

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Una delle occasioni principali è stata l'IGF di Trento a novembre, quando i partecipanti scrissero una lettera aperta a Monti perchè si adoperasse per colmare un gap insopportabile nei confronti dei partner europei e desse rilancio alla produzione nazionale anche attraverso le nuove frontiere aperte dal mercato della rete. Da allora gli incontri pubblici di settore, da Working Capital a Mind The Bridge, non hanno fatto altro che ribadire sempre la stessa necessità, così come le tante startup che stentano a decollare in una nazione inevitabilmente etichettabile come “vecchia”.

Per quanto le opinioni sull'operato di Monti e della sua squadra dividano fortemente l'opinione pubblica, va riconosciuto al nuovo esecutivo un impegno di gran lunga maggiore di quello profuso da Berlusconi nell'ambito della digitalizzazione dell'Italia. Già nel suo discorso di presentazione Monti pronunciò le due paroline magiche, Agenda Digitale, che erano praticamente assenti nel vocabolario del governo precedente.

C'è da dire che la scelta del neo premier non è stata del tutto libera, visto che l‘Europa era stata più che chiara riguardo agli impegni urgenti che il nostro paese avrebbe dovuto assolvere in termini di informatizzazione, ma la storia politica nostrana ci ha insegnato che i dettami sovranazionali possono spesso essere ignorati anche se apportatori di benefici per i cittadini.

Anche se il “Ministero per internet”, chiesto a gran voce da più parti, non era alla fine stato creato (con non poca delusione generale), a pochi mesi dal suo insediamento Corrado Passera ha dato dimostrazione di non voler stare con le mani in mano e ha reso noto il Progetto Strategico per l'Agenda Digitale Italiana, un documento in cui viene illustrata la road map che l'Italia dovrà seguire nel prossimo triennio per portare la banda ultra larga a tutti i cittadini.

Per vedere i risultati di queste e di altre iniziative occorrerà molto tempo ed è necessario quindi non diminuire la pressione sulle istituzioni perchè portino a compimento quanto stabilito, ed è in quest'ottica che si aggiunge agli altri annunci anche quello dell'AgCom, che ha sottolineato (come se ce ne fosse bisogno) gli enormi svantaggi legati all'arretratezza del nostro sistema informatico ed all'urgenza di nuove riforme, infrastrutture, snellimento burocratico ed un adeguato apparato legislativo che consenta all'Italia di mettersi al passo con le principali nazioni europee.

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