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Opinioni

Agenda digitale e banda larga: no all’uso dei fondi europei

Stop inatteso da parte della Coesione territoriale per l’utilizzo dei fondi europei per la banda larga in Italia e l’Agenda Digitale.
A cura di Dario Caliendo
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Una brutta notizia per lo sviluppo digitale dell'Italia e per l'eliminazione del digital divide arriva dal ministero per la Coesione territoriale: no all'assegnazione degli ottanta milioni di euro in arrivo con i nuovi fondi europei. E' questa la volontà impressa nella bozza della programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020, presentata questo dicembre alla Presidenza del Consiglio.

Una brutta notizia, che arriva proprio in concomitanza dei bandi di gara organizzati per i fondi europei finora stanziati (circa 65 milioni di euro), per estendere la banda ultralarga (dai 30 megabit in su) ad oltre un milione di persone in Calabria. A gennaio sarà il turno della Puglia, con 58 milioni di euro, che andrà a chiudere una serie di bandi che hanno visto già assegnati 122 milioni di euro a Telecom Italia per la banda ultralarga in Campania. Grazie a questi fondi, il 32 per cento delle abitazioni meridionali avrà a disposizione connessioni internet da almeno 30 megabit ed i due milioni di italiani che vivono in zone non coperte da ADSL, avranno la possibilità di connettersi alla rete con connessioni da almeno 2 megabit entro la fine del 2014, grazie all'utilizzo di connessioni WiMax.

Tutto questo però è stato possibile utilizzando i fondi della programmazione 2007-2013, programmazione che non prevede finanziamenti per la banda ultralarga al centro-nord ed i progetti dell'Agenda digitale che includono la fatturazione elettronica, l'anagrafe centralizzata e vari servizi per l'identità digitale del cittadino: insomma, tutto ciò che servirebbe a digitalizzare e modernizzare l'Italia, già pianificato in programma che subisce dei notevoli ritardi sulla tabella di marcia.

Si tratta di una bozza non ancora definitiva, che però non include assolutamente l'assegnazione di fondi europei alle infrastrutture digitali, che sarebbero quindi finanziate dai fondi nazionali per sviluppo e coesione, che però nel Bel Paese sono sempre stati poco generosi.

"Serve un piano nazionale che assegni i nuovi fondi alle infrastrutture digitali, per la banda ultra larga e i servizi dell’Agenda digitale. E per questo obiettivo è necessario che tutti nel Governo remino nella stessa direzione. Purtroppo non sta succedendo" – racconta a Repubblica Roberto Sambuco, capo dipartimento comunicazioni al ministero dello Sviluppo economico.

Lo stato di stallo in cui si trovano le attività dell'Agenda Digitale comporta mancati risparmi fino a 995 milioni di euro. Quale la soluzione per interrompere questo torpore burocratico e dirigenziale? “oltre a leggi e piani pluriennali, servono poteri straordinari a manager che ripensino l’organizzazione e la concezione delle diverse strutture per sfruttare appieno le potenzialità all’ICT e valorizzare le migliori professionalità”.

Il destino della digitalizzazione italiana e dell'Agenda Digitale stessa è ora nelle mani del dipartimento sviluppo e coesione presso il Ministro della Coesione territoriale, che – ci auguriamo – terrà presente che le innovazioni introdotte dall'Agenda potrebbero far risparmiare allo Stato circa un miliardo di euro al mese.

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