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Agenzia per l’Italia Digitale, scatta il toto-nomi per il direttore

Il Governo ha due giorni di tempo per scegliere chi guiderà l’organismo che si occupa della digitalizzazione del nostro paese ma si parla già di uno slittamento a settembre. In lizza Stefano Parisi, Salvo Mizzi ed altri provenienti dal management pubblico.
A cura di Angelo Marra
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Il Governo dovrà scegliere entro due giorni chi sarà il direttore generale dell'Agenzia per l'Italia Digitale. Secondo quanto stabilito dal decreto Crescitalia infatti il 27 scade il termine entro il quale l'esecutivo dovrà scegliere chi siederà sulla poltrona dell'organismo che si occuperà dell'applicazione dei piani di Agenda Digitale per il nostro paese. Dopo i vertici AgCom, la cui nomina ha tenuto banco per settimane tra candidature e indicazioni da parte della società civile (tutte pedissequamente ignorate) ora scatta un nuovo toto-nomi su chi andrà a dirigere la neonata agenzia. Tra i più quotati sembrano esserci Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, Salvo Mizzi, responsabile Internet di Telecom e Luciano Martucci, presidente della società di consulenza The Innovation Group. Nelle ultime ore tra i papabili si sono aggiunti anche Roberto Sambuco, capo dipartimento comunicazioni del MSEI, Alessandro Fusacchia, coordinatore della task force sulle Start Up e Mario Calderini, consigliere per l’Innovazione del MIUR.

Alcune indiscrezioni però suggeriscono un probabile slittamento delle nomine a settembre; il motivo è che il ruolo, i margini di operabilità e gli ambiti di competenza della nuova agenzia sono ancora al vaglio del Governo, che potrebbe decidere di fissare prima i requisiti necessari per dirigere l'ente per poi scegliere il candidato ideale. Trattandosi di una nomina di appannaggio esclusivo dell'esecutivo, sulla carta dovrebbe almeno essere esclusa dai soliti giochi di spartizione della politica che già hanno così pesantemente condizionato in passato scelte strategiche come quella del consiglio del garante delle comunicazioni.

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