Anonymous attacca il sito della Lega e del deputato Fava
Anonymous dichiara guerra al pianeta. Il team di hacker sta compiendo attacchi in ogni parte del mondo, portando avanti almeno due battaglie; la guerra contro il SOPA (Stop Online Piracy Act), la legge sul diritto d'autore appena ritirata dal suo stesso sostenitore Lamar Smith, e la vendetta per la chiusura di Megavideo e Megaupload.
Per la prima battaglia Anonymous incassa un risultato ben al di sopra delle aspettative; grazie allo sciopero online della scorsa settimana e ai numerosi attacchi dei cyber attivitisti la proposta di legge finanziata dalle major discografiche e cinematografiche e pesantemente restrittiva nei confronti della libertà in rete è stata ritirata “in attesa di un confronto più approfondito tra le parti in causa”.
Mentre però la SOPA veniva cancellata dall'agenda di Governo in America trovando l'opposizione di metà Congresso e persino di Barack Obama, l'On. Fava (Lega Nord) proponeva un emendamento che ricalcava in maniera molto simile la proposta di Smith.
Che la Lega sia abituata a cavalcare la notorietà di qualche evento per inutili sortite destinate soltanto a dimostrare un certo “attivismo” (ben altra cosa sono i risultati concreti) è un fatto conclamato, se non fosse che la proposta di Fava ha trovato un suo primo via libera dalla Commissione Politiche Comunitarie.
Difficile che si trasformi in legge, ma la proposta è stata sufficiente per mettere in allarme utenti e gestori italiani. Anche Anonymous però non è stata a guardare. Immediata la consueta reazione degli hacker che hanno messo down sia il sito della Lega che quello personale di Fava, la dimostrazione (ennesima) che l'Italia è costantemente sotto l'occhio vigile di Anonymous.
Solo pochi giorni prima anche il sito Italia.gov.it è stato messo offline, così come quello dell'associazione neofascista Casa Pound.
Sembra proprio che nel nostro paese, dove si inneggia al Duce o si creano parlamentini padani senza che nessuna autorità intervenga per punire e vietare tali ridicole vergogne, l'unico baluardo di democrazia sia rappresentato proprio da un semplice ma implacabile gruppo di “smanettoni”. Meglio di niente.