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Apple e Samsung fanno pace, ma solo fuori gli USA

Si chiude parte della “guerra dei brevetti” che vede protagonisti i colossi di Cupertino e Seul dal 2011, ma samsung specifica: “l’accordo non prevede alcuna autorizzazione riguardante le licenze e le compagnie manterranno i procedimenti in corso davanti ai tribunali americani”.
A cura di Dario Caliendo
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La diatriba per la guerra dei brevetti che da anni vede protagoniste Apple e Samsung finisce qui. I due colossi della tecnologia mettono fine a tutti i contenziosi giudiziari ad eccezione del territorio statunitense, dove i processi continueranno.

A dare la notizia è la stessa azienda sudcoreana, che ha diffuso l'accordo chiuso con Apple tramite un comunicato stampa ufficiale, nel quale specifica però che la novità "non prevede alcuna autorizzazione riguardante le licenze" – che di fatto darebbero l'ok alle aziende per utilizzare l'una i brevetti dell'altra – e che "le compagnie manterranno i procedimenti in corso davanti ai tribunali americani".

Si chiude così parte della guerra dei brevetti iniziata da Apple nel 2011 e che si è disputata in diversi Paesi in tutto il mondo, tra cui Italia, Germania, Francia, Corea del sud, Giappone, Olanda, Gran Bretagna e Australia. Ma è negli Stati Uniti d'America che l'azienda capitanata da Tim Cook ha ottenuto – più volte – dalla USITC, la Commissione americana del commercio internazionale,  il blocco delle vendite di alcuni dei modelli di smartphone prodotti dal colosso sudcoreano che a sua volta si è difeso accusando quelli di Cupertino di non rispettare i propri diritti tecnologici e commerciali.

Si tratta di un risultato importante per le due aziende, che arriva a pochi mesi dalla sentenza del Tribunale della California, nello specifico della Corte Federale di San Josè, che dopo tre giorni di camera di consiglio ha condannato Samsung a risarcire Apple per violazione di 2 brevetti e corrispondere una cifra pari a 119,6 milioni di dollari come risarcimento. Una somma che, seppur importante, è ben al di sotto dei 2,2 miliardi di dollari richiesti da Apple.

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