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Banda larga, fibra ottica in 30 città

500 milioni della Cassa Depositi e Prestiti contribuiranno al piano di copertura della banda ultra veloce per 30 città entro il 2017. Anche Telecom investe nelle infrastrutture ma i piani del Governo rischiano di sovrapporsi con quelli del gigante telefonico.
A cura di Angelo Marra
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Il progetto per la banda ultra veloce in Italia sembra davvero concretizzarsi. Dopo le vuote promesse dei governi precedenti una certa perplessità era scontata, eppure, per la prima volta in Italia, l'Esecutivo investe direttamente nei piani infrastrutturali del paese. È il segnale che qualcosa sta cambiando; saranno i diktat provenienti dall'Europa, sarà la rivoluzione digitale che ha investito l'Italia nel dopo-Berlusconi, (come sostenuto dal NYT) fatto sta che per la prima volta la politica va incontro alla rete, invece di provare a contrastarla o limitarla. La notizia è infatti che la Cassa Depositi e Prestiti ha sbloccato una prima tranche di 200 milioni (a cui ne seguirà un'altra di 300) da investire per portare la fibra ottica nelle case di 30 città italiane entro il 2017 tramite Reti Tlc. Le città sono Brescia, Bergamo, Como, Monza, Torino, Genova, Prato, Livorno, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Messina, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Taranto, Bari, Foggia Pescara, Ancona, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Venezia, Trieste, Udine, Padova, Vicenza, Verona e Milano (già coperta da Metroweb). Un progetto già previsto dal Piano Strategico del Ministro Passera per l'Agenda Digitale Italiana di qualche mese fa, quando si erano trovate a scontrare due forme di pensiero diverso in merito allo sviluppo delle reti. Alcuni, tra cui lo stesso Passera, erano propensi all'implementazione delle reti super veloci nei principali centri urbani, quelli, per intenderci, caratterizzati da una maggiore produttività. Il problema nasce però dal fatto che tali centri urbani sono negli interessi anche dei gestori privati, a differenza delle aree più periferiche dove le aziende si troverebbero a sostenere costi eccessivi a fronte di guadagni esigui.

ALCUNE PERPLESSITÀ – Fermo restando che gli operatori privati sono naturalmente attratti da mercati più convenienti, un'azione di governo più efficace sarebbe stata quella di coprire le aree più disagiate e lontane dagli interessi commerciali, per colmare quel gap tecnologico che ancora riguarda alcune aree del paese (il 6% dell'Italia non è coperta da alcun servizio, secondo le ultime indagini di S.O.S. Tariffe) piuttosto che sovrapporsi nei centri urbani già in fase di sviluppo. Telecom infatti ha avviato un piano da due miliardi di euro per portare la connessione a 100 Megabit nel 70% delle case in 99 città (tra cui quelle previste dai piani del Ministero) entro il 2015, arrivando a 215 entro il 2020. In una prima fase però il famoso “ultimo miglio” sarà ancora il classico doppino in rame, sostituito solo successivamente con la fibra fino all'abitazione.  Il Ministro Passera ha annunciato pochi giorni fa che il digital divide verrà azzerato entro pochi mesi ma allo stato attuale gli investimenti previsti dal Governo sono incentrati esclusivamente verso aree già negli interessi dei privati, quindi già in previsione di copertura.

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