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Opinioni

BitTorrent sempre più legale, nel 2015 anche una webserie di fantascienza

Non solo illegale, la piattaforma di Bram Cohen da tempo cerca di diventare un luogo in cui vendere film e musica e tra poco avrà anche una webserie di alto profilo nel suo portfolio.
A cura di Gabriele Niola
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Difficile non associare BitTorrent alla pirateria, eppure sono diversi anni che il suo creatore Bram Cohen (il genio che ha anche inventato il protocollo torrent per la condivisione dei dati) sta cercando di convincere il mondo attraverso la propria piattaforma che la sua tecnologia, resa famosa dai pirati, è anche una maniera legittima per condividere e vendere musica o film legalmente, su cui ad oggi viaggiano almeno 2 milioni di opere intellettuali.
Quest’autunno ha annunciato l’aggiustamento nella policy di BitTorrent Bundles, lo store in cui gli autori hanno massimo controllo su ciò che va in vendita (possono anche scegliere quanto dare gratis e dove far iniziare a pagare) e sul quale solo il 10% di ogni transazione rimane all’intermediario mentre il 90% va al proprietario.

Thom Yorke dei Radiohead ha distribuito su BitTorrent il suo album Tomorrow’s modern boxes, la star dell’elettronica Diplo ha fatto lo stesso con F10rida e ad un certo punto sembrava dovesse essere la scelta per lo sbarco in rete di The interview, e adesso nello sforzo di continuare a promuoversi come piattaforma legittima sta per arrivare anche la prima webserie distribuita attraverso BitTorrent.
Si chiama Children of the machine e sarà online nel corso del 2015, si tratta di una storia di fantascienza e si scaricherà a pagamento (nulla di nuovo, qualcuno ha già scelto di fare così su Vimeo On Demand e non gli è andata nemmeno male). A produrla c’è Marco Weber, attivo nella parte indie di Hollywood con film come Il tredicesimo piano o Brooklyn’s Finest, e si vede. La pianificazione commerciale infatti non è stata fatta da un novellino.

Children of the machine mira a trovare esattamente il suo pubblico e a fornirgli una quantità più che sufficiente di alternative per guardare la serie. Innanzitutto è arrivata la scelta di BitTorrent in quanto, nelle parole di Weber: “Se il pilota lo trasmetti su una tv commerciale non ottieni la stessa attenzione che avresti mettendolo su BitTorrent” e perchè la user base della piattaforma (circa 170 milioni di utenti, anche se di certo non tutti affezionati al download legale) è prevalentemente maschile e con una buona competenza tecnologica, esattamente il target che serve per una webserie di fantascienza.

Come detto Children of the machine sarà disponibile a pagamento ma quella non sarà l’unica opzione. Prima uscirà un pilota e poi, sei settimane dopo, le puntate saranno visibili tutte insieme per 5$ oppure per 10$ se si desidera avere anche tutti i contenuti extra. Chi invece non volesse pagare potrà lo stesso vederla ma con della pubblicità che al momento non è dato sapere se sarà posizionata prima, dopo o in mezzo (probabilmente la prima e la seconda opzione).

L’accordo conferma come nel mondo del commercio legale di opere intellettuali in rete, la differenza che si va creando è tra una grande distribuzione che offre ampia visibilità e pretende una buona fetta degli introiti (iTunes, Google Play, Amazon On Demand ma anche Spotify) e una più piccola che, sebbene consenta di arrivare al medesimo numero di persone, è meno conosciuta (Vimeo on demand, BitTorrent o anche la distribuzione attraverso un proprio sito) ma offre margini di guadagno maggiori, cosa che interessa parecchio una gran fetta di autori che hanno capito che quella è la vera possibilità non sfruttata di internet: mettere in pratica realmente il principio di disintermediazione degli artisti in modo che la possibilità di vendere direttamente agli utenti si avvicini ad essere vera.

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