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Buon compleanno Game Boy, la console Nintendo compie 30 anni

Il 28 settembre 1990, alcuni fortunati utenti italiani premevano per la prima volta il tasto “start” del Game Boy. Ma il primo giorno di vendita dell’iconica console portatile di Nintendo è stato il 21 aprile 1989, in Giappone. Da allora sono ormai passati quasi 30 anni e nonostante le cose siano cambiate parecchio, la console di Nintendo è rimasta ferma nei cuori dei più appassionati.
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A cura di Dario Caliendo
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Non è ancora il suo compleanno, ma ci siamo molto vicini: il Gameboy sta per compiere ben 30 anni. Il compleanno della console di Nintendo, a dire il vero, arriverà la settimana prossima, perché la console portatile più famosa di sempre è uscita originariamente il 21 aprile 1989 in Giappone, per poi essere distribuita il 31 luglio 1989 negli Stati Uniti ed arrivare, infine, in Europa nel settembre del 1990. E da quel momento, il concetto di gaming è stato rivoluzionato in tutto il mondo.

Ma a differenza di quei trionfi che, in alcuni casi, arrivano del tutto inaspettatamente, Hiroshi Yamauchi, presidente di Nintendo in quel periodo, aveva subito scommesso che la nuova console portatile dell’azienda avrebbe venduto oltre 25 milioni di esemplari entro i 3 anni dalla sua nascita. Sbagliò, ma per difetto. Perchè nei primi 36 mesi di vita del Gameboy, furono venduti ben 32 milioni di esemplari. Una cifra incredibile, per l’epoca, che arrivò a 120 milioni considerando le versioni successive, tra cui i Game Boy Color.

Game Boy: il suo predecessore era il Game & Watch

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Ben prima di invadere le vite di adulti e bambini con il Tetris, quelli di Nintendo avevano già pensato di far divertire le persone permettendogli di giocare in mobilità. E lo fecero con la palla, ossia con Ball, un gioco sviluppato da Nintendo e ideato da Gunpei Yokoi, per il Game & Watch, la prima vera console portatile dell’azienda nipponica.

La console aveva un peso di appena 70 grammi ed integrava uno schermo LCD monocromatico e cinque tasti, uno dei quali era il tasto Time, per impostare la sveglia e controllare l’ora. Nel 1982, poi, fu presentata una nuova versione della console, che integrava per la prima volta anche i tasti per gli spostamenti verticali (la prima permetteva solo di muoversi a destra e sinistra), che furono poi fusi in quello che oggi si chiama D-pad, ossia la crocetta utilizzata per gli spostamenti in praticamente tutte le console passate e presenti.

La vita del Game & Watch durò in tutto circa 10 anni, ma per l’azienda non fu mai un grande successo, a differenza del NES, il Nintendo Entertainment Sistem del 1985, che diventò famoso in tutto in mondo soprattutto grazie alla sua mascotte con i baffi: l’idraulico Mario, di Super Mario Bros.

E nonostante la prima vera console portatile di Nintendo non fece grossi numeri, il team di Gunpei Yokoi continuava a credere in questo mercato, e si rimise a di nuovo al lavoro per sviluppare una nuova console molto più potente, flessibile e portabile: nacque così il primo Game Boy.

Tutte le versioni del Game Boy in 30 anni

Con tutte le sue versioni, i suoi colori, e le sue caratteristiche, la console di Nintendo è probabilmente la prima ad essere entrata nell’immaginario collettivo di tutto il mondo. In realtà, il Game Boy non è stato mai realmente tascabile, se non nelle ultimissime versioni, ma la possibilità di portarlo con sé e giocare in mobilità, era un piacere al quale in pochi volevano rinunciare. Nei suoi 30 anni, le versioni di Game Boy prodotte da Nintendo sono state 6, tutte diverse nello stile ma, in un certo senso, tutte molto simili tra loro.

Game Boy (1989)

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Il primo Game Boy in vendita per la prima volta in Giappone nel 1989, ma giunto in Europa solo un anno dopo, arrivò come un tornado, e cancellò dalla memoria di tutte le persone gli altri videogiochi portatili a cristalli liquidi che, in Italia, erano comunemente chiamati “Schiacciapensieri”. E a differenza di quanto possa lasciar pensare il nome, quel “Boy” non ne limitò il successo anche nel publico femminile.

Il merito del successo della prima versione del Game Boy va da attribuire soprattutto a titoli come Super Mario Land e Tetris, e rimase in vita nonostante lo schermo monocromatico e una potenza di calcolo quasi nulla. Ci vollero ben sette anni prima che Nintendo si decise a sostituirlo con un nuovo modello.

Game Boy Pocket (1996)

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Commercializzato in solo Giappone con il nome di Game Boy Light, con lo scopo di esaltare il display retroilluminato (poi abbandonato negli altri modelli), il Game Boy Pocket arrivò anche in Italia dopo 7 anni dalla prima versione. E nonostante fosse passato tutto quel tempo, l’azienda giapponese non fece un grande passo in avanti dal punto di vista tecnico, ma si limitò esclusivamente ad apportare qualche piccola miglioria nelle dimensioni.

In molti, però, criticarono l’azienda giapponese di aver ridotto il numero di batterie utilizzate (che passarono da quattro a due) e la conseguente diminuzione delle ore di autonomia di gioco. Il Game Boy Pocket fu il primo ad essere venduto fin dall’inizio in diverse colorazioni, dando l’addio definitivo al colore grigio tipico dell’era 8-bit, ed ebbe molta importanza per Nintendo soprattutto per spingere il successo dei “Pocket Monster”, quelli che oggi conosciamo come Pokémon.

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Dopo due anni dal Game Boy Pocket, Nintendo aveva già chiaro il futuro della console. Fu presentato così il Game Boy Color, la versione a colori che poteva vantare su uno schermo decisamente più appagante dei modelli precedenti, totalmente a colori e retrocompatibile con tutti i vecchi giochi.

Con il Game Boy Color, per la prima volta nella storia di Nintendo, fu introdotta una porta ad infrarossi per lo scambio di dati tra due console totalmente wireless, che permetteva anche di giocare in due giocatori contemporaneamente: nacque così un primo concetto di “multiplayer”.

Game Boy Advance (2001)

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Considerato da molti una sorta di Game Boy 2.0, il Game Boy Advance era tecnologicamente molto più avanzato dalla prima versione del 1989. La nuova versione del Game Boy poteva vantare un’architettura a 32 bit, contro gli 8 degli altri modelli, cosa che lo rendeva molto simile alla Super Nintendo.

Oltre che alla sua grande potenza, il Game Boy Advance fece innamorare tutti ance grazie al suo design, che fu sviluppato dal francese Gwaenel Nocolas e il suo laboratorio creativo di Tokyo. Purtroppo, però, neppure il Game Boy Advance fu dotato di un display retroilluminato, ma fu la prima console portatile per la quale vennero sviluppati alcuni (e pochi) dei primi giochi in 3D.

Game Boy Advance SP (2003)

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E dopo ben 14 anni, arrivò il Game Boy perfetto. Il Game Boy Advance SP aveva lo stesso identico hardware del Game Boy Advance, ma in un dispositivo caratterizzato da un design molto più compatto, con display pieghevole che era (finalmente) retroilluminato.

Le dimensioni erano perfette per la tasca e, per la prima volta nella sua storia, era ricaricabile proprio come i cellulari. E forse, proprio per aver raggiunto la perfezione, Nintendo decise di dedicarsi alla Nintendo DS (acronimo di Dual Screen) ancora molto in voga, che però è stata spazzata via dalla Switch. Fu così, che il progetto Game Boy venne chiuso.

Game Boy Mirco (2005)

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In pochi sanno, però, che due anni dopo dalla chiusura del progetto Game Boy, Nintendo produsse un altro modello – probabilmente solo commemorativo – della sua console portatile: si chiamava Game Boy Micro, era grande come un portachiavi ed era compatibile con tutta la libreria di giochi prodotti.

Si trattò chiaramente di un semplice oggetto da collezione che, date le sue dimensioni estremamente piccole, rendeva molto scomodo giocare con i propri videogiochi preferiti.

Game Boy compie 30 anni, le date più importanti della sua storia

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Ma oltre alle date di presentazione e vendita di tutte le versioni del Game Boy, ci sono tanti altri momenti molto importanti da ricordare, che hanno influenzato il successo della console di Nintendo e ne hanno scritto il (fortunato) destino. Ecco quelle più importanti.

  • 21 aprile 1989: iniziano le vendite del primo Game Boy. La console di Nintendo fu venduta prima in Giappone, per poi essere introdotta negli Stati Uniti dopo tre mesi ed arrivare in Europa ad un anno dalla sua nascita.
  • 1 agosto 1992: debutta su Game Boy Kirby’s Dream Land. Al pari di Super Mario Bros e Zelda, la serie di Kirby è una delle più famose per l’azienda giapponese. Il gioco ha subito un successo planetario, che dura ancora oggi e che è possibile giocare sulle ultime console di Nintendo.
  • 28 giugno 1994: debutta il Super Game Boy. Si tratta di una particolare cartuccia per il Super Nintendo, che permetteva di giocare ad alcuni titoli per la console portatile, ma sulla TV. Alcuni titoli come Donkey Kone, inoltre, con il Super Game Boy venivano migliorati nella grafica e diventavano a colori per la prima volta.
  • 25 Agosto 1995: debutta il Virtual Game Boy. Si tratta di un’altra console nata da un’idea di Yokoi, lo stesso creatore del Game Boy, che permetteva la riproduzione di giochi in 3D, ma solo con un display rosso e nero. Ebbe vita corta: fu un flop internazionale, al punto che Nintendo ne interruppe subito la produzione.
  • 4 ottobre 1997: Gunpen Yokoi, il padre del Game Boy, muore in un incidente stradale.
  • 1 giugno 1998: debuttano nel mercato internazionale due degli accessori per Game Boy più amati dal pubblico. Sono la Game Boy Camera e la Game Boy Printer, rispettivamente una fotocamera in grado di scattare fotografie quadrate (il formato dal quale ha preso spunto Instagram) e di stamparle, tutto tramite il Game Boy. Era un’assoluta rivoluzione per quei tempi, quando gli smartphone non esistevano ancora e le fotocamere digitali non erano diffuse come oggi.
  • 28 settembre 1998: vengono rilasciati Pokémon Rosso e Pokémon Blu. Il gioco di ruolo, che metteva a disposizione ben 151 pocket monsters, fu un successo internazionale, al punto tale che, ancora oggi, una versione del gioco viene sviluppata e rilasciata per ogni nuova console Nintendo.
  • 17 settembre 2002: debutta il primo e-reader per Game Boy. Nello specifico si trattava di una particolare periferica per il Game Boy Advance, che permetteva leggere e scrivere con la console diversi tipologie di dati dalle cartucce.
  • 24 giugno 2003: nasce il Game Boy Player. Era una periferica che, connessa al Nintendo Game Cube, permetteva di giocare sulla TV tutti i giochi sviluppati per Game Boy, Game Boy Color e Game Boy Advance.
  • 6 giugno 2011: i giochi del Game Boy vengono integrati nella Virtual Console del Nintendo 3DS. Originariamente creata per Nintendo Wii, la Virtual Console permetteva di acquistare e scaricare i giochi del Game Boy e del Game Boy Color. Furono disponibili anche i giochi del Game Boy Advance, ma solo per le persone che avessero acquistato il 3DS nel giorno del lancio.

Dal 1989 ad oggi la strada fatta dal Game Boy è tantissima. E non si è limitata solo alle diverse versioni dei dispositivi, ma alla possibilità di giocare, anche 30 anni dopo, tutti i suoi titoli più famosi anche sulle console di ultima generazione. Insomma, certo, Atari, Sega e Commodore sono la storia dei videogiochi, ma affermare che soprattutto è grazie al Game Boy che oggi al mondo ci sono migliaia di appassionati di retro gaming, non è poi così sbagliato. Anche perché, i primi veri emulatori Game Boy sono stati sviluppati proprio da Nintendo e ottimizzati per le sue console di ultima generazione.

Il Nintendo Flex

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Per omaggiare il Game Boy, il designer industriale Yj Yoon ha realizzato un fantastico concept. Si chiama Nintendo Flex, trae ispirazione dal lavoro svolto dal Nintendo Research & Development 1 diretto da Satoru Okada e Gunpei Yokoi, e pur mantenendoli sempre riconoscibili, rende più attuali le forme ed il design della console originalità attualizzando il form factor della console originaria. Storie come questa hanno da sempre accompagnato il Game Boy, una console con una storia ricca di curiosità, che nonostante sia ormai vecchia di tre decadi continua a lasciare un’enorme eredità spirituale nei cuori degli appassionati.

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