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Codacons contro il 5G, l’appello ai sindaci: “Vietatelo”

L’iniziativa di una manciata di sindaci sul territorio italiano ha spinto il Codacons a lanciare una vera e propria crociata contro l’attivazione delle nuove reti. L’ente ha inviato una lettera ai sindaci di tutta Italia per invitarli a seguire le orme dei loro omologhi che hanno già bandito le antenne.
A cura di Lorenzo Longhitano
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5G

Fin da prima dell'attivazione delle prime reti 5G in Italia una parte della popolazione ha iniziato a far sentire la propria voce preoccupata di eventuali rischi per la salute connessi all'installazione e all'accensione delle relative antenne. Ora che la tecnologia ha finalmente debuttato nei primi grandi centri urbani però, alcuni sindaci hanno deciso di fare a loro volta un passo ulteriore per contrastare l'avvento della tecnologia, vietando le sperimentazioni sul proprio territorio: l'ultimo è stato il sindaco di Scanzano Jonico, la cui iniziativa è stata adottata dal Codacons come punto di partenza per il lancio di una vera e propria crociata contro il 5G.

Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori — si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi — ha inviato una lettera ai sindaci di tutta Italia chiedendo loro di seguire le orme del primo cittadino di Scanzano Jonico e della manciata di omologhi che come lui hanno preso la stessa decisione: vietare la sperimentazione o l'installazione della tecnologia di rete 5G sul proprio territorio comunale. Per il presidente del Codacons infatti "allo stato attuale le evidenze scientifiche non sono in grado di assicurare con assoluta certezza l'assenza di rischi sul fronte sanitario per i cittadini; in tali situazioni si applica quindi il principio di precauzione che pone come interesse primario la tutela della popolazione, anche perché i sindaci sarebbero i primi soggetti chiamati a rispondere di eventuali danni prodotti da strutture tecnologiche autorizzate dalle amministrazioni".

Il dibattito non è recente, e vede da anni contrapposte due fazioni: secondo gli esperti non esistono prove che la nuova tecnologia ponga particolari rischi, mentre per i contrari all'accensione delle nuove reti la mancanza di prove non costituisce di per sé sinonimo di sicurezza — dal momento che eventuali danni per la salute potrebbero emergere anche ad anni di distanza dall'esposizione delle onde. Messa così insomma la questione non è destinata a risolversi a breve.

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