Come sono fatti gli avatar realistici di Facebook (ne potrai avere uno anche te)
Nel corso della conferenza Facebook Connect 2021, Zuckerberg ha rivelato il nuovo nome dell'azienda, Meta. Con le indiscrezioni circolate nell'ultima settimana, tutti si aspettavano che sul nuovo battesimo del social network avrebbe avuto un ruolo determinante il concetto di metaverso. A sorprendere il pubblico sono state però anche alcune demo tecnologiche (di cui si era già sentito parlare in passato), tra le quali spiccano gli avatar Codec iperrealistici, inseriti in un ambiente renderizzato in tempo reale, e le interfacce neurali, grazie alle quali è possibile gestire il funzionamento di un computer attraverso le dita.
Gli alter ego
Fanno parte di un progetto che va avanti dal 2019 e sono il risultato del lavoro dell'intelligenza artificiale. Meta ha mostrato che con Avatar Codec, una tecnologia ancora in fase sperimentale, verrà data agli utenti la possibilità di controllare meglio gli occhi, le espressioni facciali, le acconciature e, in generale, l'aspetto esteriore della loro versione virtuale. L'azienda si è soffermata poi sull'effetto che la luce avrà sui capelli e sulla pelle, specificando anche che l'utente avrà a disposizione un abbigliamento interattivo. Il rendering, la conversione di un'immagine bidimensionale in una tridimensionale, avverrà in tempo reale e il sistema di A.I. farà in modo che le interazione del soggetto con gli oggetti del mondo reale si riflettano immediatamente sul mondo virtuale.
Interfaccia neurale
In questo caso, il metodo utilizzato è l'elettromiografia o EMG, strumento diagnostico che in medicina serve per la registrazione dei fenomeni elettrici che accompagnano l’attività muscolare. Il team di Meta si è affidato all'EMG per trasformare i segnali elettrici che il cervello invia alla mano in comandi informatici. Tra le varie novità del Facebook Connect, questa è la più realistica, ma non sembra mostri elementi innovativi, calcolando che nel 2019 Facebook aveva acquistato CTRL-Labs, la startup famosa per aver creato uno speciale bracciale in grado di trasmettere segnali elettrici dal cervello a un computer, lo stesso utilizzato ora per l'interfaccia neurale.