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Computer portatili, 30 anni fa usciva il Toshiba T1100

Viene spesso definito come il primo computer portatile di massa, un’espressione che non deve ingannarvi: il Toshiba T1100, lanciato nell’aprile 1985, non è stato di certo il primo computer portatile messo in commercio, ma sicuramente quello che più si avvicina agli standard attuali dei notebook.
A cura di Marco Paretti
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Toshiba T1100

Viene spesso definito come il primo computer portatile di massa, un'espressione che non deve ingannarvi: il Toshiba T1100, lanciato nell'aprile 1985, non è stato di certo il primo computer portatile messo in commercio, ma sicuramente quello che più si avvicina agli standard attuali dei notebook. Dal design simile a quello dei computer "fissi", il T1100 vantava la possibilità di utilizzare uno schermo che, durante il trasporto, poteva essere richiuso sulla tastiera. Parlare di portatile, però, un po' azzardato: il PC pesava ben 4,1 kg, utilizzava DOS 2.11 e sfruttava i floppy da 3,5 pollici. Nonostante questo, il Toshiba aveva un'autonomia di circa 8 ore – la batteria era al piombo-acido – e possedeva la funzionalità di "Resume", la quale non rendeva necessario un riavvio ogni volta che si chiudeva lo schermo. Costava 1899 dollari.

Anche a livello hardware le caratteristiche ora fanno sorridere. Si parla di una CPU Intel 8oC88 da 4,77 MHz, 256 KB di RAM e un display LCD monocromatico con risoluzione di 640×200. Ovviamente lo schermo era in grado di mostrare solo testo. Ha venduto circa 10 mila esemplari nel primo anno di vendita, un successo che ha spinto Toshiba a creare, un anno dopo, il t3100: un portatile dotato di hard disk e performance degne di un PC fisso. Da lì il mercato dei computer portatili è esploso, fino ad arrivare agli attuali ultrabook sottilissimi e, soprattutto, ai tablet; vere e proprie evoluzioni del concetto di portabilità caro ai primi portatili. Che di portatile avevano ben poco.

IBM 5100

Il primato di primo PC "trasportabile" va infatti all'IBM 5100 Portable Computer. È stato il primo ad arrivare sul mercato nel 1975 – 10 anni prima del Toshiba, quindi – ma si poneva più come prodotto dedicato ai professionisti che alla massa. In questo caso il termine portatile era davvero ingannevole: l'IBM 5100 pesava 25 kg e disponeva di un piccolo schermo da 5 pollici in bianco e nero. Insomma, più piccolo di quello di un iPhone 6 Plus. Le caratteristiche tecniche, poi, erano tutte un programma: CPU da 1,9 MHz, 16 KB di RAM espandibili a 64 KB e unità a nastro. Utili al tempo, ma in pochi anni surclassate da ogni tipo di dispositivo. In seguito sono arrivati altri prodotti simili, dotati di CPU più performante ma sempre appesantiti da un peso che gravitata intorno ai 20-22 kg. Con l'Osborne si passa ad un dato più accettabile di 10 kg e, per tutti gli anni '80, si va a rosicchiare qualcosa da questo aspetto.

Un'ulteriore svolta la si ha con l'Epson HX-20, il primo portatile a non necessitare di presa elettrica e dal peso contenuto di appena 1,5 kg. Il compromesso era costituito dal fatto che lo schermo fosse minuscolo: appena 120×32 pixel. Si passa poi all'Apple IIc – senza schermo integrato e con la possibilità di collegarlo ad un monitor esterno -, al Commodore SX-64 – un disastro commerciale – e al NEC UltraLite del 1988, il prodotto che più si avvicina all'idea di portatile moderno. In questo contesto non si può non citare un orgoglio italiano: il Quaderno della Olivetti, una vera e propria rivoluzione anche nello scenario internazionale. Lanciato nel 1992 – in realtà l'azienda aveva già prodotto PC portatili, come l'M10 Olivetti – si trattava di un piccolo portatile dalle dimensioni inferiori rispetto anche a quelle dei notebook di allora. Pesava solo 1 kg – c'è chi lo considera l'antenato dei netbook – ed era dotato di CPU da 16 MHz, 1 MB di RAM e 20 MB di spazio interno. Inoltre, il Quaderno possedeva elementi al tempo innovativi, come un microfono e altoparlanti integrati. La prima versione fu un flop, ma la seconda riscosse un grande successo, anche grazie all'integrazione di Windows 3.1.

Quaderno Olivetti

Questa è la storia (in breve) dei notebook. Ma lo sapete che proprio questo settore è stato creato partendo da… un tablet? Alan Key, informatico della Xerox, si era immaginato un dispositivo chiamato Dynabook: una sorta di tavoletta dotata di schermo e tasti. Era il 1968 e, di fatto, si trattava di un antico ma accurato antenato degli attuali tablet. Il prototipo non decollò mai – anche a causa dei limiti tecnici – ma diede il via alla rivoluzione "portatile" che portò al lancio di tutti i computer trasportabili e, negli ultimi anni, all'avvento dei tablet.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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