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Opinioni

Cosa sta facendo Facebook per limitare la diffusione delle bufale

Dalle polemiche sui Trending Topics a quelle riguardanti l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti. Facebook sta attraversando un periodo complesso figlio anche e soprattutto della sua continua crescita. Che ora lo costringe ad affrontare nuove sfide.
A cura di Marco Paretti
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È ormai passata una settimana dalle elezioni presidenziali che hanno visto prevalere Donald Trump su Hillary Clinton, un risultato per molti inaspettato che sta facendo discutere anche per il ruolo che i social network – e in particolare Facebook – avrebbero avuto nel fornire a Trump una decisiva spinta verso la vittoria. La realtà di Mark Zuckerberg, in particolare, è stata accusata di non aver saputo gestire l'enorme mole di bufale e informazioni errate che negli ultimi mesi hanno letteralmente invaso il portale con l'obiettivo di screditare la candidata repubblicana e portare consensi al candidato democratico.

L'ondata di polemiche che ha investito il social network ha costretto i vertici a fornire risposte che il più delle volte si sono rivelate frammentarie: Zuckerberg ha definito folle l'idea che le bufale su Facebook abbiano influenzato le elezioni Usa, mentre Adam Mosseri, vicepresidente dell'azienda di Menlo Park, ha confermato che il social è al lavoro per risolvere queste problematiche. Riconoscendole come reali. Nelle ultime ore, invece, un rapporto della testata Gizmodo ha rivelato che il social network avrebbe realizzato e abbandonato uno strumento in grado di ridurre la diffusione delle bufale per paura che il suo funzionamento influenzasse anche le notizie pubblicate dalle testate conservatrici.

facebook blocco censura

"Hanno sicuramente uno strumento per bloccare le bufale" ha spiegato a Gizmodo una fonte anonima. "Ma in azienda si percepiva una forte paura di indispettire i conservatori dopo il caos generato dalle polemiche sui Trending Topics". Così, per non generare ulteriori problemi, Facebook avrebbe deciso di non attivare mai questa modifica. Funzione la cui esistenza, peraltro, ora viene negata dal social network, che si limita a riconoscere l'esistenza del problema spiegando di "non aver mai progettato o bloccato un aggiornamento del News Feed a causa del potenziale impatto su un partito politico". Quindi cosa sta davvero facendo Facebook per limitare la diffusione delle bufale?

Quello che sappiamo è che nel 2015 l'azienda ha realizzato uno strumento in grado di identificare le bufale, lanciandolo nel corso dello scorso anno. Al tempo Facebook spiegava di aver individuato particolari elementi in grado di indicare la presenza di informazioni false all'interno di un contenuto, anche analizzando il comportamento degli utenti. Insieme a questo aggiornamento Facebook ha introdotto un ulteriore strumento in grado di consentire agli utenti di segnalare le storie come false, una funzione tuttora attiva ma, pare, non molto efficace. Secondo un'indagine di BuzzFeed, ad oggi il 38 percento delle storie pubblicate dalle pagine Facebook legate alla destra sono false, così come lo sono il 20 percento di quelle postate dalle pagine di sinistra.

Facebook-trending

Il problema, in questo caso, è che lo strumento consente di segnalare delle storie che, però, non vengono rimosse dal social network. "Non rimuoviamo le storie segnalate dagli utenti come false e non determiniamo il loro livello di accuratezza" spiegava l'azienda, che "punisce" questi link limitandone la distribuzione all'interno del News Feed. Il punto è che la viralità che caratterizza queste storie spesso gli consente di raggiungere centinaia di migliaia di utenti nonostante la "distribuzione ridotta", come la definiscono i vertici di Facebook. Alla luce di questi dati, le parole di Zuckerberg sulla "folle" idea che Facebook abbia indotto gli utenti a votare per Trump cominciano a non bastare. Anche perché lo stesso Zuckerberg nel 2012 indicava il social network come uno strumento in grado di spingere le rivolte popolari e recentemente spiegava che il 44 percento degli americani lo utilizza come fonte principale per le notizie.

Nel mondo e, in particolare, negli Stati Uniti, Facebook sta prendendo sempre più la forma di un prodotto che va a sostituire il ruolo del giornale quotidiano. Per questo la cautela del social network nei confronti dell'ipotetico nuovo strumento è comprensibile: se da un lato l'aggiornamento del News Feed avrebbe limitato le bufale, dall'altro avrebbe influenzato anche la diffusione delle notizie pubblicate dalle testate di destra "declassando o rimuovendo i contenuti dai feed delle persone". Resta peraltro ancora poco chiaro il funzionamento di questo ipotetico strumento: avrebbe indicato le storie false con un marchio o le avrebbe eliminate direttamente?

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Ciò che sicuramente il social network sta facendo è discutere internamente il suo ruolo di distributore di notizie, in particolare in seguito alle polemiche che hanno colpito la sezione Trending Topics e la conseguente sostituzione dei giornalisti con un algoritmo. Inoltre, sappiamo con certezza che ogni mossa focalizzata al ridurre la presenza di bufale su Facebook influenzerebbe i portali conservatori, perché sono quelli che pubblicano più storie false. Proprio per questo Facebook sta procedendo con i piedi di piombo: infastidire queste realtà potrebbe portare alla creazione di nuove piattaforme concorrenti a Facebook dove notizie di questo tipo possono diffondersi senza limitazioni. Utopia? Nemmeno troppo, perché un imprenditore e sostenitore di Trump, Andrew Torba, sta già realizzando un social network dedicato ai conservatori, Gab.AI.

Infine, non è detto che il ruolo di Facebook debba per forza di cose essere quello di arbitro. "Possiamo trovare modi con i quali la nostra comunità può dirci quali contenuti sono più interessanti, ma dobbiamo essere estremamente cauti riguardo al diventare i difensori della verità" ha spiegato Zuckerberg, annunciando di voler bloccare la pubblicazione di notizie false all'interno del proprio sistema di annunci pubblicitari. Trasformarsi in una piattaforma globale che gestisce la verità è sicuramente un compito estremamente difficile ma essenziale, soprattutto se Facebook punta a diventare un campo d'incontro comune per ogni fede politica.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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