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Diego Piacentini e il passaporto elettronico: di digitale non ha (quasi) nulla

Il passaporto elettronico che di elettronico ha ben poco. A sottolineare il paradosso è Diego Piacentini, nuovo commissario del Governo per l’Agenda Digitale che sul suo blog, Team Digitale, ha pubblicato la testimonianza di un utente in merito al rilascio del documento.
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A cura di Marco Paretti
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Diego-Piacentini

Il passaporto elettronico che di elettronico ha ben poco. A sottolineare il paradosso è Diego Piacentini, nuovo commissario del Governo per l'Agenda Digitale che sul suo blog, Team Digitale, ha pubblicato la testimonianza di un utente in merito al rilascio del documento, solo apparentemente innovativo ma in realtà ancora ancorato a procedure burocratiche troppo analogiche. È da questo spunto che Piacentini, ex manager Apple e Amazon, è partito per raccontare come intende realizzare il "sistema operativo" del paese, cioè, come spiega lo stesso Piacentini, "una serie di componenti fondamentali sui quali costruire servizi più semplici ed efficaci tra i cittadini, le imprese e la Pubblica Amministrazione attraverso prodotti digitali innovativi".

Per farlo bisogna prima di tutto individuare le criticità attuali, come ad esempio la paradossale procedura per ottenere il passaporto elettronico. "Scopro che abbiamo il passaporto elettronico. Piano piano il mio entusiasmo diminuisce nello scoprire che dal sito posso soltanto prendere appuntamento per presentare la domanda e posso scaricare il modulo della domanda stessa parzialmente compilato (naturalmente mancano le solite informazioni che la pubblica amministrazione già conosce)" scrive Nicola Mastrippolito sul suo blog, poi riportato all'interno di quello di Piacentini. "Scopro inoltre che per presentare la domanda in questura occorre precedentemente acquistare in tabaccheria il bollo per le spese amministrative ed andare in posta a pagare l’apposito bollettino (con la solita sovrattassa di 1,50 euro per le poste). Possibile che non è possibile effettuare il pagamento online o direttamente in questura (bancomat o carta di credito) alla presentazione della domanda?".

"Occorre inoltre presentare le solite 2 fotografie in formato tessera" prosegue l'utente. "Naturalmente le foto che ho portato vengono allegate alla domanda ed una viene scannerizzata (insieme alla mia firma) per essere poi stampata sul passaporto! Ma come, mi vengono chieste delle foto tessera che poi vengono scannerizzate? Non era più semplice una piccola webcam per fotografarmi alla presentazione della domanda ed avere quindi un’immagine con una migliore qualità (cosa che viene regolarmente fatta in altri paesi europei e non solo)?". Insomma, di elettronico sembra avere solo il nome.

"Il bicchiere è mezzo pieno, non mezzo vuoto" spiega però Piacentini nel suo post. "Le fasi di rilascio del passaporto sono migliorate negli ultimi anni e i tempi di prenotazione (che ora sono frequentemente online) e la consegna del passaporto (che si può anche riceverecomodamente a casa via posta) sono in linea con gli standard di molti altri Paesi. Tuttavia, ci sono ancora molti silos nel processo, come quelli descritti nell'esempio, che non sono integrati tra di loro".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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