Diritto d’autore, Agcom di nuovo all’attacco
AgCom torna di nuovo all'attacco con il discusso regolamento sul diritto d'autore, in discussione ormai da diversi mesi. L'Autorità sembra intenzionata a procedere con l'approvazione in tempi rapidissimi prima della scadenza del mandato, prevista per maggio. Il documento ha creato non pochi malumori in passato per la sua quasi esclusiva propensione alla tutela delle lobby musicali e cinematografiche, a discapito invece della libertà di informazione in rete. Aldilà dei contenuti del regolamento, a creare polemiche è anche la forma; sono in molti infatti a sostenere che una materia così delicata come la tutela sul diritto d'autore debba essere regolamentata prima di tutto in Parlamento. All'interno dell'Autority di questa opinione sembra essere soltanto il consigliere Nicola D'Angelo ma è in Parlamento che si registrano i maggiori malumori.
A sollevare la questione è il senatore del PD Luigi Vimercati (ma non è il solo), che ricorda come l'attuale legge in materia risalga al 1941, con la tv italiana agli albori e la rete ben lungi dall'essere persino concepita mentalmente. Occorre pertanto, secondo Vimercati, che le Camere discutano una proposta di legge in materia di copyright che tenga presente una realtà ormai affermata come quella del web, che non sia solo di carattere punitivo ma che tenga presente le innumerevoli opportunità offerte da internet. L'AgCom dal canto suo non sembra intenzionata ad attendere che il Parlamento legiferi al riguardo, nonostante al tal proposito sia giunto anche il monito dell'Europa, perplessa sulla bozza di regolamento elaborata dall'Autorità.
Le scelte messe in atto da Calabrò saranno oggetto di discussione nell'audizione prevista per il 21 marzo e chiesta proprio da Vimercati per avere chiarimento sull'approvazione e i contenuti previsti. Naturalmente contraria la posizione della stragrande maggioranza della rete, tra cui Agorà Digitale, che nelle parole del segretario Luca Nicotra ha condannato la scelta dell'AgCom, sia per la scelta di accelerare il via libera prima della scadenza del mandato (scaricando così ogni responsabilità sui successori), sia per il conflitto di poteri che inevitabilmente si verrebbe a creare tra Autority e Parlamento