Una cosa è certa: nonostante in Italia il mercato degli indossabili e dei dispositivi domestici connessi alla rete stenti a decollare, il futuro della domotica fonda le sue basi sull'ecosistema che con il tempo si sta creando tra dispositivi mobili, dispositivi indossabili e i diversi servizi cloud che sempre più aziende stanno introducendo. Basti pensare all'acquisizione di Nest da parte di Google, e a come i termostati intelligenti si stiano diffondendo in tutta l'America del nord.
E mentre la stragrande maggioranza degli utenti Android Wear utilizza ormai i propri smartwatch limitandosi alla semplice visualizzazione delle notifiche e l'analisi dello stile di vita, in realtà le potenzialità di questi indossabili sono ben altre. Grazie a una serie di dispositivi domestici già di per sé “smart”, come le lampade Hue di Philips, gli stessi termostati di Nest e i nuovi climatizzatori WiFi, è possibile trasformare gli orologi intelligenti in veri e propri telecomandi domotici, con i quali controllare la propria abitazione e ottimizzare i consumi.
Un esempio di come, in futuro, cambierà lo stile di gestione della propria casa si può vedere con l'accoppiata Philips Hue e Android Wear che, grazie a un'applicazione gratuita installata nello smartphone Android al quale è connesso lo smartwatch di Google, non solo renderà possibile accendere e spegnere le luci in casa controllandole dal proprio polso, ma ne gestirà anche la luminosità, il colore e il livello di saturazione.
Insomma, nonostante molto probabilmente il vero limite per la diffusione di queste tecnologie sia più mentale che tecnico, anche in Italia è possibile creare la propria casa intelligente, utilizzando dei dispositivi in effetti non fantascientifici, molti dei quali acquistabili nelle catene per la grande distribuzione, ma di certo non economici: uno smartwatch Android Wear costa in media sui 200 euro, una cifra molto simile a quella di vendita dei i sistemi di lampadine per la casa di Philips, che da poco ha introdotto anche la variante monocromatica delle sue Hue.
Ma la nostra sensazione è che quando i prezzi inizieranno a scendere e a diventare più abbordabili, e questa tipologia di tecnologia diventerà più popolare e diffusa, sempre più persone saranno attratte da questa possibilità e – magari fra una generazione – si potranno controllare tutti gli elettrodomestici di casa tramite smartphone, dispositivi indossabili e, perché no, con la voce. Ad ogni modo, le possibilità con le attuali tecnologie sono già tante, e rappresentano un chiaro segnale di come il futuro sarà sempre più rivolto gli ecosistemi piuttosto che alle singole piattaforme.