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Facebook: i droni per internet voleranno entro il 2015, ma avranno un pilota e saranno come un 747

Dopo essersi fatto soffiare Titan Aerospace da Google, Zuckerberg va avanti per la sua strada e si prepara ai primi test sul campo dei suoi velivoli per internet. Ma i limiti delle attuali tecnologie e regolamentazioni, hanno aumentato sensibilmente il costo e la comlessità del progetto.
A cura di Dario Caliendo
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Al Social Good Summit di lunedì scorso, Yael Maguire (direttore di ingegneria del Connectivity Lab di Facebook) ha messo i puntini sulle i sul progetto con il quale Facebook e Internet.org vorrebbero diminuire il digital divide per le popolazioni non ancora connesse alla rete, portando Internet nei paesi in via di sviluppo utilizzando dei droni aerei WiFi.

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A quanto pare, dopo essersi fatti rubare Titan Aerospace da Google, l'azienda di Zuckerberg ha continuato a lavorare sul progetto, che sarebbe ormai pronto a entrare in una prima fase di test. In realtà però, più che droni autocomandati, Yale Maguire ha definito i velivoli di Facebook come veri e propri aeroplani e ha messo bene in chiaro che lui e il suo team stanno elaborando una lista di prorità nella qauale sono elencati i paesi meno connessi come America Latina, India, Africa e Asia.

Per far volare questi aerei" – ha spiegato Yale – "dobbiamo effettivamente volare al di sopra del clima e dello spazio aereo. Che si colloca tra i 60mila e i 90mila piedi. Uno spazio in cui solitamente gli aerei non volano, tantomeno i droni“.

E proprio per questo, le necessità tecniche di progettazione per sviluppare un velivolo in grado di volare fino a quelle altudini e per lunghi periodi di tempo, hanno portato il team di Facebook a una conclusione: niente più droni autopilotati, almeno per ora, ma veri e propri aerei – delle dimensioni di un Boeing 747 – comandati da un umano e non in remoto da un computer, che saranno comunque alimentati anche a energia solare per risolvere il problema del carburante fossile che non gli permetterebbe di volare per lunghi periodi di tempo.

Insomma, nonostante Zuckerberg ce la stia mettendo tutta, i limiti delle attuali tecnologie e regolamentazioni aeree rendono il progetto molto più costoso e complesso di quanto si credeva inizialmente. Ma nonostante ciò il "Re dei social network" continua per la sua strada: entro il 2015, in un'area segreta degli Stati Uniti d'America, Yale Maguire spera di poter dare ufficialmente il via alle prove sul campo e far volare il primo velivolo. Per quanto riguarda l'effettiva entrata in vigore del piano invece, bisognerà aspettare ancora un periodo che varia dai tre ai cinque anni.

Dobbiamo spingere il limite della tecnologia elettrica, della tecnologia solare e della tecnologia in generale." – conclude il direttore di ingegneria del Connectivity Lab di Facebook – "Ci sono molteplici sfide che il nostro team deve affrontare e su cui è entusiasta di lavorare“.

Nel frattempo Internet.org continua a fare passi da gigante, e dopo aver reso disponibile la sua prima suite di applicazioni in Zambia, si prepara a raggiungere almeno altri 3 Paesi in via di sviluppo entro la fine del 2014. E fu così che Zuckerberg conquistò il mondo.

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