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Gli ultimi giorni di vita di Steve

Pochi mesi fa Jobs venne a sapere che gli sarebbe rimasto poco tempo da vivere. La lotta contro il tumore era perduta, ma il guru di Cupertino ha affrontato con coraggio le sue ultime settimane di vita, preparando la sua famiglia e il mondo intero alla sua scomparsa.
A cura di Angelo Marra
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Gli ultimi giorni di vita di Steve

Poche persone fortunatamente sanno cosa vuol dire vivere con le ore contate. Agli altri non resta che il vano tentativo di immaginare come può pensare e agire chi sa di avere poco tempo a disposizione, chi ha lo spettro della morte che lo accompagna ogni giorno.

Se si tratta poi di un miliardario eccentrico, ci si aspetta magari qualche gesto eclatante, una faraonica opera autocelebrativa o una sortita di qualche tipo, naturalmente con ampia visibilità, tanto per confermare il proprio posto nella storia. Ma tutto ciò era lontano anni luce dallo stile di Steve Jobs.

Abbandonate l'immagine di istrionico frontman dei suoi famosissimi keynote, l'idea del genio che ha cambiato la storia del mondo intero. Dietro al personaggio che tutti conoscono si nascondeva Steve, un uomo mite e riservatissimo, avulso da qualsiasi vezzo di pacchiana celebrità. Una vita lontana dagli scandali, con i riflettori puntati solo in occasione delle presentazioni dei suoi capolavori, ad esclusione dell'ultimo periodo, quello della malattia, quando anche lui non ha potuto evitare di finire in pasto ai pescecani della stampa.

Le ultime settimane sono state le più dure; la debolezza crescente, la pressione sulle sorti del suo impero, il lascito del suo genio al mondo. Allo stesso tempo però, sono quelle in cui Jobs ha dimostrato ancora una volta di avere una percezione lucida e chiara, molto più ampia e profonda, di ciò che aveva creato e di quello che stava lasciando.

La prima preoccupazione, inutile dire, è stata la famiglia e gli amici più intimi. A partire dall'inseparabile Laurene, da vent'anni accanto a lui, chiamata ora a gestire in prima persona un patrimonio mastodontico; circa 6,6 miliardi di dollari, di cui solo 2,1 provenienti dalle azioni Apple, mentre gli altri provengono da quelle Pixar, dopo la vendita a Disney. Nessuno sa con precisione come verrà gestita questa enorme fortuna, ma i trascorsi investimenti della signora Powell Jobs nel campo del sostegno all'istruzione rendono questa pista una delle più privilegiate.

Le energie di Jobs poi, sono state indirizzate verso la sua creatura più importante, la Apple. Nelle ultime settimane l'ex CEO si è riunito più volte con il suo affezionato staff per consigliarli in vista dell'imminente presentazione del nuovo melafonino, l'iPhone 4S, la prima senza di lui, e c'è chi vede nella “S” aggiunta una dedica esplicita al grande maestro, la cui scomparsa era ritenuta ormai imminente.

Sono tante le persone che Jobs avrebbe voluto salutare, ma il tempo era tiranno e le sue scelte ormai strettamente controllate, per cercare di ottenere il più possibile con le poche forze rimaste. L'addio ai colleghi e agli amici più stretti, con visite ricevute a domicilio che si facevano sempre più selezionate, tale era ormai la sua debolezza. Le ultime confessioni al suo biografo Walter Isaacson, per il libro sulla sua vita che egli aveva fortemente desiderato come lascito ai propri figli, per spiegare loro la sua opera e le sue scelte quando non poteva essere lì con loro.

Non un solo minuto è stato sprecato, non un solo gesto lasciato al caso. Il genio era tale in tutto, anche nel non farsi sopraffare dal cieco terrore della morte imminente, rimanendo invece lucido nell'affrontare i suoi compiti, le sue responsabilità, sacrificando in nome degli altri i suoi ultimi istanti di vita.

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