Quando Google presentò il suo Gmail nel lontano aprile del 2004 diede il via a una vera e propria rivoluzione. Lo spazio di archiviazione praticamente infinito (per gli standard dell'epoca) e la protezione automatica dai messaggi di spam fecero innamorare tantissimi utenti di tutto il mondo, che però non poterono subito utilizzare la nuova piattaforma di Mountain View perché l'azienda la rese disponibile inizialmente esclusivamente su invito. Ed è proprio la disponibilità su Invito a caratterizzare anche la nuova Inbox, l'applicazione per dispositivi iOS e Android rilasciata da Big G negli ultimi giorni, che promette (o almeno ci tenta) di rivoluzionare – ancora una volta – il mondo della posta elettronica, grazie all'utilizzo di una serie di potentissimi algoritmi in grado di riconoscere la tipologia di messaggio ricevuto e suddividere tutto in categorie.
La prima cosa che viene in mente quando si utilizza Inbox è un riferimento diretto alla nuova interfaccia grafica di Android Lollipop e a una gestione dei contenuti molto più simile a quella di un social network, ed è chiaro che l'obiettivo di Google non è quello di sostituire il suo Gmail, ma di introdurre una gestione delle email del tutto nuova, fondata sul riconoscimento della tipologia di messaggio ricevuto e sulla suddivisione automatica in categorie: un modo di concepire l'email del tutto nuovo, ma che in un certo senso rivoluziona troppo la user experience, rendendola molto più schematica ma meno intuitiva.
Nonostante l'interfaccia grafica minimalista e pulita sembri molto facile da utilizzare, non è semplice entrare in confidenza con Inbox: nella nuova app di Google le email sono ordinate in maniera diversa, e viene del tutto abbandonato il semplice ordine cronologico, a favore di una suddivisione in blocchi o meglio, in categorie, che saranno affiancate da una serie di dati importanti per ogni argomento, catturati proprio dalla rete. Insomma, la prima impressione che si ha quando si utilizza Inbox è quella di perdere di fatto il controllo dei propri messaggi ricevuti.
Il cuore di Inbox sono i correlati. Se con Gmail le categorie presenti nella colonna di sinistra racchiudevano generalmente messaggi di spam o di poca importanza, con la nuova applicazione tutte le email verranno classificate automaticamente: cliccando sulla categoria Social, ad esempio, sarà possibile leggere tutte le email ricevute dai vari social network ai quali si è iscritti; cliccando su Viaggi è possibile accedere a tutti i propri biglietti acquistati, e così via. E' inoltre possibile segnare con un "Pin" le email più importanti, e decidere di visualizzare esclusivamente quelle "Pinnate" nella finestra principale dell'applicazione, in modo da non perdere tempo nel cercarle.
Interessante la possibilità di associare un allarme a ogni messaggio di posta elettronica, una sorta di reminder che avviserà l'utente a una determinata ora in un determinato giorno, oppure – e questa è una delle cose più funzionali dell'app – visualizzerà una notifica sullo smartphone qualora ci si trovasse in un determinato posto, grazie alla geolocalizzazione. Si tratta di una funzionalità molto potente, sfruttabile soprattutto quando si impostano i Promemoria: ad esempio, si potrà essere avvisati di "fare la spesa" appena vicini al proprio paese di residenza. E così via.
Insomma, è chiaro che con Inbox quelli di Google hanno introdotto una gestione del tutto nuova, che in un certo senso può essere vista come un unione di parte delle funzionalità di Google Now e Gmail, e grazie alla quale assieme ai propri messaggi di posta elettronica si potrà accedere a una serie di informazioni aggiuntive che – sempre secondo Google – potrebbero essere utili agli utenti in base ai messaggi che vengono scritti e ricevuti: ad esempio, se si acquista un biglietto di un treno o di un aereo, in Inbox potrebbe essere visualizzato un link con il quale sarà possibile informarsi sulle condizioni meteo della destinazione, oppure se un contatto invia un messaggio di posta elettronica contenente le informazioni relative a un concerto, potrebbe essere visualizzato automaticamente un link con un sito dove acquistarne il biglietto. La struttura di Inbox è un'arma potentissima non solo per chi utilizza l'applicazione, ma soprattutto per Google, che in questo modo riuscirà a gestire e reindirizzare la propria utenza verso contenuti pubblicitari ben mirati.
Inbox non è per tutti, e siamo convinti che la stragrande maggioranza degli utenti che proveranno la nuova app di Google decideranno di disinstallarla dopo pochi minuti, proprio perché utilizzarla significa abbandonare del tutto la forma-mentis avuta sin dalla notte dei tempi delle email, ma il nostro consiglio è quello di non lasciarsi spaventare, e di provarla per un periodo di tempo abbastanza lungo: soprattutto nel caso in cui si ricevano centinaia di messaggi di posta elettronica al giorno, con Inbox si potrebbe risparmiare del tempo ed evitare di considerare email di scarsa importanza, per concentrarsi su quelle realmente importanti che, grazie a una selezione e a una catalogazione velocissima, intelligente e del tutto automatica, verranno visualizzati in base alle rispettive categorie di appartenenza. Ma è un compromesso importante e la domanda è sempre la stessa: davvero si desidera che Google decida per noi anche questo?