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Guerra dei tablet, Apple vince un’altra battaglia contro Samsung

Cupertino vince ancora in tribunale contro l’azienda sud-coreana, ottenendo lo stop alla vendita del Galaxy 7.7 in Australia. Duro colpo per Samsung, al secondo blocco dopo quello per il Galaxy 10,1, sempre ad opera di Apple, ma anche un grande danno per i consumatori.
A cura di Angelo Marra
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Nel campo della tecnologia siamo abituati a vedere ogni giorno i grandi produttori darsi battaglia a suon di innovazioni, devices sempre più performanti e prezzi (in teoria) in costante calo. Ma a rendere davvero liberi i consumatori è la possibilità di scegliere tra diversi prodotti, piuttosto che ritrovarsi in un mercato quasi completamente monopolizzato.

Non la pensa così Apple, che sembra animata da un piano di predominio totale che farebbe impallidire anche il Bill Gates degli anni d'oro. Dove non arriva per merito infatti, Cupertino allunga lo zampino dei suoi avvocati mettendo in pesante difficoltà i suoi avversari. Non sono molti a dire il vero i suoi nemici; con l'era dei pc sul viale del tramonto Apple può seppellire l'ascia di guerra nei confronti del suo storico nemico, Microsoft, e dedicarsi anima e cuore al dominio totale del settore tablet e smartphone.

Nel campo dei cellulari più che sul versante hardware lo scontro è nei sistemi operativi, con la serrata competizione con Android; per quanto l'OS di Google abbia battuto iOS negli Stati Uniti, l'iPhone risulta tuttora lo smartphone più venduto al mondo e non si vedono all'orizzonte grandi minacce a questo dominio.

Il discorso cambia però se ci spostiamo sul versante tablet; anche qui Cupertino può vantare la sua supremazia, ma il merito questa volta non risiede soltanto nel design e nella tecnologia dell'iPad. Da mesi infatti Apple sta portando avanti un'implacabile battaglia legale contro Samsung, che con il suo Galaxy ha dimostrato di essere l'unico vero concorrente all'altezza del tablet della mela morsicata.

A differenza di altri colossi come Amazon, che con il suo ingresso nel mondo dei dispositivi mobili ha volontariamente evitato di inserirsi nello stesso segmento di Apple per non venire travolta, il gigante sud-coreano ha voluto sfidare l'azienda di Jobs in campo aperto, sfornando l'unico prodotto in grado di tenere testa al temibile iPad.

Qual'è stata la risposta di Cupertino? Un nuovo prodotto rivoluzionario in grado di dissolvere in un lampo la concorrenza? Forse nell'iPad 3, atteso per il prossimo anno, ma non di sicuro il modello attualmente in commercio, che con il suo arrivo non ha di fatto introdotto alcun tipo di innovazione tecnologica.

La strategia di Apple in questo caso è stata diversa; non avendo armi di tipo tecnico per battere il Galaxy e forte soltanto del “culto della mela” portato avanti da milioni di fan, Cupertino ha deciso di aprire un numero incalcolabile di cause legali contro Samsung, con il preciso scopo di bloccarne sul nascere la commercializzazione dei tablet. Samsung dal canto suo ha risposto con la stessa moneta e ora tra i due big è guerra aperta, una guerra che almeno nella prima fase sembra essere tutta a favore di Cupertino.

Due mesi fa in Germania il tribunale federale ha intimato lo stop alla vendita del Galaxy 10.1 in 26 dei 27 paesi dell'unione Europea. Secondo i giudici il tablet prodotto da Samsung violerebbe alcuni brevetti di proprietà di Apple e il suo design richiamerebbe troppo quello dell'iPad 2, quanto basta per bloccarne la vendita nel vecchio continente, ad eccezione dei Paesi Bassi dove le leggi sui diritti sono concepite in maniera differente. Samsung ovviamente non si è arresa ed è ricorsa in appello, ma contemporaneamente sulla sua testa è caduta un'altra tegola pesantissima.

Il Galaxy 7.7, altro modello di recente uscita, è stato bloccato sempre in Germania poco prima dell'inizio dell'IFA 2011, costringendo persino gli espositori a coprire gli stand dove veniva presentato il prodotto.

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Nonostante non produca devices da 7 pollici, Apple ha sostenuto che l'azienda sud-coreana abbia copiato alcuni modelli disegnati ma mai realizzati per la concezione del suo mini-tablet. Non c'è due senza tre, ed ecco che pochi giorni fa si è svolto l'ennesimo capitolo della saga Apple-Samsung, che ha visto anche questa volta vincitore il big della mela morsicata.

La corte australiana infatti ha seguito l'iter di quella tedesca bloccando la commercializzazione del Galaxy 10.1 anche nella terra dei canguri, per violazione dei brevetti alla base della tecnologia wireless utilizzata sul tablet.

Lo scopo di Cupertino è chiaro: bloccare la vendita dell'unico prodotto concorrente almeno fino a dopo il periodo natalizio, assorbendo quasi totalmente l'enorme mole di vendita prevista.

I vertici di Samsung, che in un primo momento avevano accolto la querelle con Apple con poca preoccupazione, stanno cominciando a dare i primi segni di nervosismo, annunciando una reazione molto più energica per uscire fuori dall'impasse. La situazione del gigante orientale del resto è particolare e molto complicata. Samsung attualmente è uno dei pochi produttori, se non l'unico, ad aver ottenuto risultati più che soddisfacenti nei diversi settori di cui si occupa, con una copertura di prodotti che spazia a 360°. Dal televisore alla lavatrice, dal pc al tablet, dallo stereo al decoder, l'azienda sud-coreana può pensare ad una interconnessione e convergenza tra sistemi che la porterebbe ad un ruolo di primato assoluto nel campo dell'elettronica di consumo.

Ma è la questione dei tablet a turbare il sonno dei dirigenti; anche con Google i rapporti recentemente sono diventati tesissimi. La dipendenza da Android comincia ad andare stretta, anche alla luce dell'acquisizione di Motorola da parte di Mountain View, con il sospetto che BigG possa ridurre le energie per lo sviluppo della piattaforma su dispositivi terzi, tra cui Samsung appunto. La risposta potrebbe essere Windows Phone, ma più che una soluzione sarebbe quasi certamente la firma di una condanna a morte, almeno nel settore dei dispositivi portatili, per cui ai vertici di Samsung non rimane che ingoiare il rospo ed attendere le evoluzioni del mercato.

Qualche piccola grana legale però, l'ha avuta anche Apple, che si è vista sfilare dalle mani il marchio “multitouch”, ritenuto dall'Uspto (United States patent and trademark office) di frequente uso nel linguaggio collettivo e giornalistico e pertanto non sottoponibile a copyright. Una piccola rinuncia da parte di Cupertino, dopo quella relativa al nome AppStore conteso con Amazon e finita alla stessa maniera.

Non solo tecnologia quindi alla base dello scontro dei grandi produttori di tablet, con Apple che in un modo o nell'altro guadagna sempre più mercato, schiacciando la concorrenza ed imponendosi come primo produttore al mondo di dispositivi portatili, a danno però dei consumatori che vedono il loro diritto di scelta pesantemente ridotto, oltre al calo dello spirito di innovazione che è conseguenza prevedibile delle condizioni di monopolio. Chissà se anche questo faceva parte del “grande disegno” concepito dal compianto guru Steve Jobs.

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