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Stati Uniti contro Huawei

Huawei, parla il CEO: “Il Governo Cinese non risponda a tono, sarei il primo a protestare”

Nel corso di un’intervista a Bloomberg Television, il CEO e fondatore di Huawei parla del futuro dell’azienda e mette in chiaro il suo punto di vista sull’argomento più spigoloso di tutti: una possibile rappresaglia commerciale da parte del Governo Cinese. “Se dovesse mai accadere, sarò il primo a protestare”.
A cura di Dario Caliendo
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A seguito del ban di imposto dall'Amministrazione Trump, Huawei potrebbe perdere i due anni di vantaggio costruito sui propri avversari diretti, Ericsson e Nokia, per quanto riguarda lo sviluppo del 5G. E non sono numeri detti a casaccio, ma è quanto ha rivelato il CEO e fondatore di Huawei, nel corso di un'intervista a Bloomberg Television.

Ma nonostante l'enorme polverone in cui si è ritrovata, la casa di Shenzen continua a mantenere un atteggiamento calmo ed educato, almeno pubblicamente. E a dimostrare la forza e la determinazione di Huawei è Ren Zhengfei, il CEO dell'azienda, che negli ultimi giorni è stato protagonista di decine di interviste in tutto il mondo, e che è stato chiaro su un argomento ben preciso (ed altrettanto importante) circa l'ipotetica reazione del Governo cinese, ormai pronto a boicottare tutte le aziende statunitensi che operano nel territorio asiatico.

La posizione di Huawei sulla possibile rappresaglia (commerciale) cinese

Ed è proprio nel corso dell'intervista di Bloomberg Television, che il CEO di Huawei si è espressamente dichiarato non a favore di una possibile rappresaglia commerciale che potrebbe mettere in atto il governo Cinese nei confronti degli Stati Uniti. Zhengfei rifiuta con fermezza un'ipotesi del genere, e afferma che non appoggerà mai una simile reazione. “Non succederà, prima di tutto" – ha dichiarato il CEO di Huawei –  "Poi, se ciò dovesse mai accadere, sarò il primo a protestare”.

L'approccio di Zengfei è quindi totalmente diverso di quello che ci si potrebbe aspettare dal capo di un'azienda volutamente messa in una situazione precaria. Una situazione descritta da Zhengfei come "un aereo danneggiato", che non fermerà il colosso in alcun modo. "Non importa quali materiali verranno usati per far volare l’aereo, che sia metallo, stoffa o carta" – spiega il CEO di Huawei – "l’obiettivo è mantenere l’aereo in cielo”.

Ma la crisi di Huawei potrebbe presto diventare solo un lontano ricordo. Dopo la possibile apertura da parte del presidente Trump, per conoscere quali saranno realmente le sorti dell'azienda si dovrà aspettare l'incontro tra i Presidenti delle due superpotenze in occasione del G20 in Giappone.

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