Huawei si prepara a perdere metà delle vendite di smartphone fuori dalla Cina
Da settimane ormai sappiamo che il divieto di fare affare con Huawei imposto dagli Stati Uniti alle sue aziende sta costando caro sia all'azienda cinese che alle stesse società che fino a pochi mesi fa l'avevano come cliente. Grazie a Bloomberg però ora sappiamo con più precisione quanto potrebbe costare di preciso al gruppo di Shenzhen: stando a quelle che la testata definisce fonti interne a Huawei, in conseguenza ai danni diretti e indiretti subiti a causa del divieto l'azienda si starebbe aspettando un calo delle vendite di smartphone al di fuori dei confini nazionali di circa il 50% — ovvero di vendere dai 40 ai 60 milioni di telefoni in meno solo quest'anno.
Per quel che riguarda ad esempio lo smartphone Honor 20 — annunciato recentemente dalla controllata Honor e programmato per l'arrivo in Europa a breve — la società starebbe pensando di monitorarne da vicino l'andamento ed eventualmente di inviarne nel vecchio continente un numero minore rispetto a quanto inizialmente preventivato. Per di più Honor 20 è il modello di punta dell'omonimo gruppo: se le indiscrezioni riportate sul suo conto corrispondessero a verità, è possibile che il gruppo si aspetti di dover tenere sotto controllo l'andamento di tutti gli altri modelli, che non avranno la stessa spinta in termini di passaparola e marketing.
Sempre stando a Bloomberg, per mettere un argine al previsto calo delle vendite il gruppo sarebbe pronto a tornare a concentrarsi sul mercato interno, dove già nell'ultimo anno è riuscita a smerciare circa 100 milioni di telefoni. Riposizionando parte dei suoi sforzi promozionali sulla Cina, il gruppo sembra speri di riuscire a passare a controllare la metà dell'enorme mercato locale partendo dall'attuale circa 35%. Huawei non ha fornito conferme su quanto riportato, ma che il gruppo stia preparando un colossale piano B ormai è chiaro. Il sistema operativo sviluppato internamente sembra quasi pronto a partire (anche se il gruppo preferirebbe continuare a poter contare su Android), e puntare a venderlo inizialmente in Cina dove Android è comunque privo dell'ecosistema Google sarebbe una mossa sensata.