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Il fondo per lo sviluppo dei videogiochi è una beffa: fondi esauriti in tre ore

Sono bastate tre ore per far evaporare il fondo previsto dal Decreto Rilancio e indirizzato alle realtà di sviluppo di videogiochi in Italia. I 4 milioni di euro messi in campo per sostenere il settore sono terminati in poco tempo sotto la mole di richieste, lasciando a bocca asciutta tanti sviluppatori. Confusionaria la risposta di IIDEA, l’associazione di categoria che lo scorso maggio lodava l’iniziativa e che invece ora definisce “insufficienti” i fondi.
A cura di Marco Paretti
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È evaporato in poche ore il fondo italiano per sostenere lo sviluppo di videogiochi in Italia annunciato lo scorso maggio sotto il nome di "First Playable Fund" e presentato all'interno del Decreto Rilancio. 4 milioni di euro che in sole 3 ore sono terminati, lasciando a bocca asciutta un grande numero di piccoli sviluppatori italiani ai quali gli importi, compresi tra 10.000 euro e 200.000 euro, avrebbero garantito un importante sostegno nello sviluppo di nuovi titoli. Invece per molti di loro l'iniziativa è stata una beffa e si è rivelata essere solamente un clic day in cui i più veloci si sono accaparrati i soldi.

Il fondo pensato dal Ministero dello Sviluppo Economico ha aperto le richieste alle 12 di ieri 30 giugno, bloccando poi le domande di finanziamento poche ore dopo: niente da fare per la maggior parte degli sviluppatori italiani, i fondi sono evaporati sotto la mole di richieste arrivate da tutta Italia. Così per molte realtà attive nel già difficile settore dello sviluppo italiano di videogiochi il fondo si è rivelato essere uno specchietto per le allodole, un elemento che ha fatto parlare di sé ma che non ha portato nessun cambiamento effettivo in un mercato che, al di là di poche eccellenze nostrane, è già debole di suo proprio in virtù di difficoltà burocratiche ed economiche.

Piuttosto incomprensibile anche la reazione di IIDEA, l'associazione di categoria che lo scorso maggio lodava l'iniziativa, si riteneva "felice" per il DL Rilancio e ringraziava il MISE "per la sensibilità dimostrata con l’approvazione del First Playable Fund". Nelle ultime ore, invece, il dietrofront: "Fondi insufficienti per coprire le esigenze del settore". Un messaggio che segue quello dello scorso febbraio, quando l'associazione chiedeva preventivamente un "rifinanziamento del First Playable Fund" per evitare che il progetto esaurisse "molto velocemente la sua spinta propulsiva". Richiesta poi svanita nel comunicato inviato a metà giugno dove, in seguito alla proposta di un emendamento che avrebbe cancellato il fondo, l'associazione aveva raccomandato di considerare il ritiro dell'emendamento per "dare finalmente anche all’Italia la possibilità di competere in uno dei settori più dinamici e strategici per lo sviluppo tecnologico e occupazionale del nostro paese". Al pari di Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e tanti altri, spiegava IIDEA. Ma Francia e Regno Unito, per fare due esempi, hanno fondi simili con cifre identiche a quella italiana, 4 milioni di euro.

Il confronto con l'estero sottolinea anche un altro cortocircuito: a differenza degli altri paesi europei, in Italia il fondo ha il nome di First Playable Fund, praticamente identico a "First Playable", l'evento B2B di IIDEA che quest'anno giunge alla terza edizione. Un elemento che rende confusionario il coinvolgimento dell'associazione in questa iniziativa e incomprensibile, a questo punto, lo stupore per la cifra legata a un fondo che porta il nome di un progetto della stessa associazione.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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