35 CONDIVISIONI
Opinioni

Le macchine autonome non sono stupide, chi le guida sì

L’incidente mortale di Joshua Brown, finito con la sua Tesla Model S sotto il rimorchio di un tir, accende nuovamente il dibattito sui veicoli autonomi. Ma l’autopilota dell’azienda di Elon Musk è davvero paragonabile alle macchine che si guidano da sole? E in questo caso siamo certi che la colpa sia del veicolo?
A cura di Marco Paretti
35 CONDIVISIONI
tesla-autopilota-incidente

Navy Seal, imprenditore, esperto di informatica. 11 anni nell'esercito, poi la decisione di aprire un'azienda propria. La vita di Joshua Brown si è interrotta bruscamente sotto il rimorchio di un tir, su un'autostrada della Florida. Non stava nemmeno guidando, pur essendo seduto al posto del guidatore: il compito era stato delegato al sistema di pilota automatico integrato nelle autovetture elettriche di Tesla a partire dal scorso anno. Un sistema ancora in beta pubblica, come più volte sottolineato dall'azienda di Elon Musk, che però viene spesso considerato al pari di un veicolo a guida autonoma. Una sopravvalutazione che a molti è costata diversi spaventi e a Joshua la vita.

D'altronde prima o poi doveva succedere: da mesi circolano su YouTube video di utenti che sulle strade americane e all'interno di una Tesla fanno tutto tranne che seguire le linee guida dell'azienda di Musk: tenere le mani sul volante anche quando la modalità autopilota è inserita, stare attenti alla strada ed essere pronti a riprendere il controllo in caso di pericolo. Invece no, sul web è facile imbattersi in filmati che vedono guidatori impegnati a guardare video, leggere e persino dormire. Ma anche spaventarsi a causa dei repentini cambi di direzione attuati dall'auto quando questa sta guidando per i fatti suoi. C'è chi ha preso il sistema di pilota automatico come sinonimo di veicolo autonomo, quando chiaramente non è così.

Nel caso dell'incidente mortale in Florida c'è chi afferma che Joshua sarebbe morto per un errore del pilota automatico. È vero, il sistema non ha riconosciuto il camion posto in mezzo alla carreggiata, scambiandolo per un cartellone a causa del contrasto contro il cielo illuminato. Così la macchina, istruita ad ignorare la segnaletica sospesa per evitare frenate improvvise, ha proseguito fino a terminare la sua corsa contro il rimorchio, impattando con il parabrezza e portando alla morte dell'uomo. Un errore mortale del pilota automatico? Non proprio, perché se Joshua avesse seguito gli avvisi legati alla funzione – sono decine e dipingono ogni scenario possibile – avrebbe probabilmente notato il tir e sarebbe stato in grado di frenare ed evitare lo schianto. Cosa che, è vero, il pilota automatico non è stato in grado di fare.

Il punto è: avrebbe dovuto farlo? La risposta non è così scontata, non se si tiene conto di quelle che sono le applicazioni pensate da Tesla per la sua funzione – peraltro ancora in sviluppo – di autopilota. In breve, si tratta di un software opzionale – costa circa 2.500 dollari – che rappresenta una sorta di Cruise Control avanzato. Mantiene, cioè, la velocità stabilita ed è in grado di "osservare" ciò che circonda l'auto. Questo significa che la vettura ha una percezione approssimativa di tutti gli elementi che caratterizzano le strade: le corsie, i cartelli e le altre macchine. Le prime la aiutano a seguire la traiettoria, i secondi vengono analizzati per comprendere la velocità massima e le automobili vengono monitorate per evitare che la Tesla ci finisca contro. L'autopilota può persino effettuare sorpassi, ma solo a patto che il pilota umano dia l'input mettendo la freccia. Un sistema altamente tecnologico composto da GPS, radar e sensori governa il tutto, dando l'idea di trovarsi davvero davanti ad una veicolo autonomo. Ma la Model S non lo è.

tesla-autopilota-incidente

Le vetture Tesla non sono mai state pubblicizzate in questo modo, ma, anzi, l'azienda ha sempre sottolineato l'importanza di mantenere alta l'attenzione durante l'utilizzo di questa funzionalità. Una richiesta che, a giudicare dai video su YouTube, in molti non solo non hanno seguito, ma hanno anche contrastato. Così si è arrivati a diversi incidenti sfiorati e, ora, persino ad un incidente mortale. Ma la colpa è davvero dell'auto? Affermarlo sarebbe come imputare un incidente causato dall'alta velocità impostata con il Cruise Control alla macchina e non all'umano che ha selezionato il limite massimo. C'è chi dice che Joshua stava guardando un film poco prima dello schianto, elemento chiaramente non consentito dal computer di bordo, che non riproduce contenuti multimediali se l'auto è in corsa. Se lo stava facendo, quindi, stava utilizzando un tablet o il proprio smartphone.

Ma, in realtà, anche questo ha poca importanza: di sicuro non stava guidando, non aveva le mani sul volante e non stava osservando la strada. Eppure c'è chi scrive "morto per un errore del pilota automatico". Come se si stesse parlando dei veicoli autonomi, quelli veri, come le automobili in sviluppo presso gli uffici di Google e da tempo in fase di test sulle strade americane. Quelli che dovrebbero davvero permetterci di rilassarci, prendere in mano un libro o un tablet e lasciare la guida totalmente nelle mani dell'intelligenza artificiale. Ci vorranno anni prima di arrivare a questo risultato, ma nel frattempo i prototipi delle macchine autonome di Google circolano e fanno incidenti. Tutti causati da errori umani, dai piloti delle altre vetture sulla strada. A questo punto il problema, forse, non è la tecnologia.

tesla-autopilota-incidente

"Quando uso l’autopilota della Tesla" scriveva tempo fa Peter Merterns, responsabile ricerca e sviluppo di Volvo, "ho l’impressione che l’auto voglia uccidermi". Ma la vettura di Tesla non "vuole" uccidere. Non è un veicolo autonomo governato da un'intelligenza artificiale che può effettuare decisioni, scegliendo per esempio di sacrificare il pilota per salvare un gruppo di pedoni, come ipotizzato recentemente da uno studio del MIT. L'autopilota è solo un sistema di assistenza alla guida con un nome altisonante, ma con chiare indicazioni di avvertimento. Se i piloti umani non le ascoltano, la colpa può essere data alla tecnologia fino ad un certo punto. Perché le macchine non sono né intelligenti né stupide, ma, come scriveva Umberto Eco, "funzionano solo nelle mani delle persone intelligenti".

35 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views